giovedì 22 luglio 2010

saper perdere

Finito anche questo numero di araberara, mi sta uscendo la fatica. Mattia quando lo vado a prendere mi abbraccia forte e a lungo (lo ha fatto ieri, lo ha fatto anche oggi). Complicità tra padre e figlio. Come mio zio Don Pierì che mi ha allevato, dice mio cugino Don Tano, che con lui (allevandolo) si era comportato da padre, con me da nonno. Eppure. Va beh. Proseguita anche ieri l'educazione sentimentale ai valori, secondo pezzo di "Capitani coraggiosi", non so ancora se fargli vedere la tragedia di Manuel. La morte per un bambino va esorcizzata o mostrata come un fatto normale, naturale? Non tutti i fatti "naturali" sono alla portata di sopportazione sentimentale di un bambino di 4 anni e mezzo (mancano pochi giorni: Mattia ha però chiesto quando festeggia i 5 anni che ha voglia di una "festa travolgente". Ieri ha voluto sentire ancora la storia di quando lui mangiava tutto il "ferro" che la mamma "mangiava". "Gli mangiavo tutto io", dice soddisfatto. Poi ha assorbito la differenza tra singhiozzo e singulto (adesso usa quest'ultimo termine e si infastidisce quando altri usano il primo. Vuol sempre vincere, ieri sera ha giocato in coppia con sua madre contro lo zio baffo e la zia Belo e hanno perso. Si è molto arrabbiato. Saper perdere è meglio lo impari a poco a poco, io già per mio conto non credo di averlo ancora imparato.

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