giovedì 3 settembre 2009

terzo giorno

E il terzo giorno scoppiò la tragedia. Mattia l'ho portato all'asilo con il peluche nella tasca che vuole io faccia parlare. Si chiama Simone, fa l'intellettuale a tempo perso e il muratore a tempo pieno, è pieno di buon senso e stava nascosto nella tasca della mia sahariana come un clandestino e commentava chi c'era, le bambine che portano il grembiulino rosa, a differenza dei maschi che portano quello azzurro, che tuttavia Mattia vede... grigio e non per daltonismo ma per un giudizio oggettivo della qualità della vita. Mattia ha retto la commedia fin dentro l'asilo, l'ho lasciato che giocava a calciobalilla con le due gemelline Simona (nemmeno lontana parente del Simone che stava nella mia tasca) e Giulia, ma poi dev'essere scoppiata la protesta gandiana. Mattia si è chiuso in un dignitoso e rancoroso (verso di me) silenzio misto a pianto soffocato dall'orgoglio di non darlo a vedere, non ha mangiato (o sì? Boh). Quando è tornato a casa è scoppiato in urla e pianto liberatorio. Resto del parere che all'asilo si dovrebbe giocare e basta. Il problema è conciliare i giochi con il gradimento di ognuno, una babele. Domani io non c'entro, può succedere che non ci vada più all'asilo come che ci vada. Se fossi in voi non scommetterei nemmeno 10 centesimi.

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