domenica 31 maggio 2009

Placidia

Placidia è la "romita" del Santuario. Da 49 anni sta lì, custode della Madonna, filtro delle devozioni. Quando Mattia va a salutarla gli dà due mentine, una colorata in azzurro e una bianca da mettere in tasca come riserva di sopravvivenza. Mattia può fare quello che vuole al santuario per via che suo padre (che sarei poi io) l'ha portato appena nato, ancora nella cesta, sull'altare che al tempo era impolverato per i lavori di restauro, facendosi aprire la chiesa per qualche minuto. Placidia è rimasta impressionata e a Mattia concede tutto, anche di suonare la campanella della Messa con le donne che alzano la testa, cosa succede, c'è una Messa straordinaria? "No, è Mattia che suona la campanella". Le donne la guardano sorprese. lei risponde: "Lui può, l'è scèt de la Madòna" (è il figlio della Madonna). Ieri pomeriggio Placidia aveva fatto portare due camioncini di legna per l'inverno, da depositare nel ripostiglio dove Mattia l'estate scorsa andava a prendere un pezzo di legna e lo portava a Placidia, per accendere la stufa (d'estate!). Mattia si è interessato molto al camioncino ribaltabile con la legna che precipitava per terra e il signore che la caricava sulla carriola. Sul prato dietro si è seduto nell'unica pozzanghera testimone della pioggia e abbiamo dovuto cambiarlo da capo a piedi. Poi abbiamo supervisionato i lavori nella stradina dietro la piazza, i grandi tubi interrati, le passerelle provvisorie, le pachere e gli scavatori: spiegata la differenza, faticosamente, per via che le pachere raccolgono a cucchiaio, dal basso in alto, gli scavatori all'inverso (mi devo inventare spiegazioni che non avevo mai preso in considerazione). Stamattina si è voluto vestire con le braghe bianche, ha voluto essere pettinato e profumato per andare con Checa alla Messa. "Mi dà da pensare", ha chiosato la nonna.

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