mercoledì 25 febbraio 2009

che giornata

Tea mi racconta di quel barbone di Milano che buttava semi al vento. L'hanno fermato. Sì, fa niente (col cavolo che fa niente), ma è la frase che ha detto per spiegare perché lo faceva che è importante. Cosa ha detto? "Chi getta semi al vento fa fiorire il cielo". Che è una frase talmente bella che vale una vita, forse più di una. Poi il mio pragmatismo mi porta alla cronaca: tre tibetani si danno fuoco in piazza Tienanmen in occasione del capodanno buddista. Perché uno, anzi tre, devono darsi fuoco in piazza? Perché qualcuno festeggia il capodanno a fine febbraio? Paolo, cinico, qui a fianco aggiunge: e perché uno getta semi al vento? Tea legge il titolo di Gattuso che dice ad Amauri (quello della Juve che può giocare in due nazionali, italiana e brasiliana, ma appena gioca in una non può più giocare nell'altra) di smetterla di rompere, che giochi pure col suo Brasile e la finisca. Santon santo subito allora. E' una mattinata, anzi un primo pomeriggio di banalità, in attesa di vedere Mattia che non vedo da lunedì, per via del lavoro. E mi manca e il bello e incredibile è che pare manchiamo anche a lui. Ma che bella giornata, direbbe, anzi canterebbe Ugolino. E adesso non ditemi che non sapete nulla di Ugolino. Come, quello della Divina Commedia, "la bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator forbendoli a capelli del capo ch'egli avea di retro guasto" (cito a memoria)? No, non quello, quell'altro, un cantante di un'unica canzone ("Ma che bella giornata") e basta. Che giornata!

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