martedì 3 febbraio 2009

al ciel

Mia madre e mio padre credo non si ponessero il problema, troppo occupati a sbarcare il lunario. Come si tirano su i figli, cosa dire quando ti fanno domande spiazzanti? Tirar su i figli era compito di tutto il paese, si imparava sul campo, nel confronto e a volte scontro con gli altri bambini del cortile, dell'asilo, della scuola, del gioco. Le nostre madri cantavano, certe mattine, canzoni di amori andati a male che non era neppure il loro caso, chi lo sa però, mia madre sposò mio padre dopo un amore stroncato dalla morte, non ne parlava mai, mio padre lavorava in miniera e quando tornava il venerdì sera c'era la stalla con due e poi quattro mucche, due pecore, due maiali, i conigli, le galline che diceva erano animali da donne. Non si ponevano problemi esistenziali. Mattia mi aspetta ogni giorno, parliamo da uomo a uomo, gli ho detto ieri a proposito dell'asilo. Lui mi ha ascoltato e poi mi ha detto che se viene anche Simone e poi anche Giosuè allora ci va e deve spiegarglielo però cos'è l'asilo, a quei due che potrebbero non capire e mettersi a piangere. Trasposizione di se stesso in due peluche, capite che sono problemi da psicologia dell'età evolutiva, che ho fatto all'università nel 1967-68, roba da preistoria pedagogica, temo di non essere più attrezzato, ieri sera la cugina (acquisita) di Tea lo ha rimproverato dicendogli che è un maleducato perché cercava il contatto e le dava manate sulle gambe. E' scappato in camera a piangere a dirotto e si è addormentato a tarda sera, verso le undici, dopo aver avuto un risveglio improvviso e aver cantato-urlato "al ciel al ciel al ciel" che è una canzone mariana che ha sentito su al santuario e gli è piaciuta. Poi è ripiombato nel sonno. E' un mondo difficile, come diceva quello della canzone ma è l'unico che abbiamo.

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