giovedì 12 febbraio 2009

banca

Mattia stamattina è andato in banca con sua madre. Era la prima volta. Tutti prelevavano, prendevano i soldi e uscivano. Mattia ha osservato con meraviglia e poi ha chiesto, "prendono i soldi per comprare i giochi?". La mamma ha risposto in modo vago, sì, anche per quello. "Allora chiediamogli i soldi che compriamo anche noi i giochi". Mi sa che devo spiegargli che c'è una crisi finanziaria che è diventata economica, che le banche hanno avuto un ruolo (negativo) decisivo, che quando tutti prelevano vuol dire che la crisi travolge le famiglie, erodendo il risparmio. Poi una spruzzata di sociologia sul distacco netto tra ricchi e poveri che sembrava assottigliarsi, sulla classe operaia che non va più in paradiso e sull'attenzione ai nuovi poveri. Poi dovrò spiegargli a cosa servono le telecamere e che comunque quella non è la miniera dei soldi. Infine un sano moralismo, visto che ha due genitori che proprio ai soldi non pensano da sempre... In fondo, a pensarci bene, è meglio che faccia finta di niente, voi cosa dite? Ieri gli ho cantato la canzoncina di "capitani coraggiosi", quella di "oh oh pesciolino non piangere più..." e lui ha voluto sapere la storia che gli ho raccontato fino a un certo punto, gli ho detto che l'amico marinaio si fa male in mare, non che muore. Perché lui se la prende, non vuole che nessuno muoia. Mi sa che su Eluana avrebbe dissentito perfino da suo padre.

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