domenica 15 febbraio 2009

ostracismo

Sono già passati due treni nella vita di Mattia. E tutte e due sono passati troppo presto. A me è... passato per la testa di regalargliene uno, venerdì, binari tristi e solitari, una locomotiva a carbone bellissima, tipo quelle western, che fa perfino fumo. Ieri la Sara ha avuto la stessa idea e gliene ha preso un altro della stessa serie, solo è moderno, locomotiva da alta velocità. Prezzi bassi. Comunque prezzi. Una faticaccia venerdì sera montare i binari, una faticaccia ieri sera montare i nuovi binari. Mattia ha guardato girare il treno su se stesso, poi ha chiesto: "Ma non si ferma mai a una stazione?". Il mio non aveva stazioni, quello di Sara sì ma il treno le ignorava, i venditori di fumo finto si sono ben guardati dal fabbricare (stessa marca) binari dello stesso scartamento, da farne un percorso che avesse senso, non si può sempre girare su stessi, si rischia il nichilismo spinto, bisogna avere un punto di partenza e uno di arrivo, anche solo sognato. Ieri ho sentito il presidente pro tempore (spero) del Consiglio proporre una soluzione finalmente decisiva per la crisi e la disoccupazione sarda (ci sono le elezioni regionali): aprire centri benessere dappertutto. Ecco, uno così va ostracizzato, auspico invano la reintroduzione dell'antico meccanismo del voto, anche elettronico, non più su tavolette di coccio che davano il nome all'ostracismo, per mandare in esilio di dieci anni uno che sta sulle scatole, senza nemmeno star lì a dire il perché e il percome, semplicemente perché sta sulle scatole. Grande democrazia, quella ateniese.

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