venerdì 20 febbraio 2009

miseria e nobiltà

Sono stati giorni difficili. Il dibattito aperto nel nostro sito sul voto ai sindaci ha mandato in tilt non solo la nostra capacità di comprensione della cattiveria umana (diversa dalla critica anche dura) ma perfino la capacità tecnica del conteggio delle "pagine viste" che il sistema non ha potuto conteggiare oltre le 2000 al giorno... Mattia sta provando il costume di carnevale che gli ha regalato una signora, amica di sua madre, un vestito da cane dalmata. Il piccolo insignificante problema è che vorrebbe che anche suo padre si vestisse allo stesso modo. Gli abbiamo detto che non si trova un costume così grande, ma non è convinto, e allora che costume si mette papà per la sfilata di carnevale? L'anno scorso pianse a dirotto quando gli abbiamo messo il cappello da pirata, quest'anno ha trovato il gusto del costume trasgressivo (si fa per dire). Non ho mai amato il carnevale, da piccolo il travestimento lo inventavo ogni giorno, andavo a scuola con il mantello (allora usava) con il bellissimo fermaglio di metallo, e mettendo gli stivali (di gomma, cosa andate a pensare?) immaginavo di essere Cirano de Bergerac, spadaccino invincibile. Zorro non l'ho mai amato, quindi niente mascherina. Eppure la maschera ti procura il senso di impunità, come l'anonimato del nostro blog sui sindaci, che ha dato la stura agli insulti gratuiti. La tv è stata cattiva maestra, ha fatto più danni di quel che si crede. La colpa di berlusconi non è di aver governato male, ma di aver rovinato con i programmi gridati della sue tv una cultura di buona educazione, inculcata da secoli anche (anzi, soprattutto) nelle famiglie più povere. una sorta di nobiltà nella miseria. Adesso è restata solo la miseria.

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