martedì 2 febbraio 2010

arco e frecce

Tiro con l'arco. Cose difficili, avere un bersaglio, tirare frecce. Niente film con gli indiani, nessuna conoscenza della tecnica. Noi da bambini si cresceva con il mito dell'arco e della spada, pistole e fucili erano cose da barbari, troppo comodo, ci si deve scontrare a viso aperto. Paolo (il grafico) gli ha regalato un arco con delle frecce che si attaccano, quando vengono sparate, al bersaglio. Noi le abbiamo sparate in ogni parte, solo due o tre hanno colpito il bersaglio. Poi al santuario a controllare il "Fiume Mattia" che va giù che è una bellezza, abbiamo giocato a nascondino, l'erba gli piace, corre come un matto, sembra felice sul prato, gli piace perfino la neve, controlla i lavori dei volontari che stanno sistemando ancora la scarpata. Abbiamo giocato un po' a calciobalilla e poi disegnato su quei quadernoni a quadrettini dove c'è il disegno e uno che devi colorare. Gli ho insegnato a tenere il pennarello in mano e stare nel quadratino. C'è riuscito in un quadrato medio, si è annoiato nel tetto grande della casa, ha avuto a ridire quando gli ho parlato di un quadrato che era un rombo e lui ha insistito sul fatto che però era quadrato. Al momento dell'addio mi ha detto: "Faccio il bravo, se resti qui con me". Domani mattina, gli ho detto, domani mattina che ho tempo. Ma come si fa? Sto pensando di chiudere tutto e stare col mio bambino. Ma se poi ci annoiamo?

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