lunedì 30 giugno 2008

fiesta

Della Spagna noi sapevamo di una guerra terribile, detta "civile" quasi per beffa, i fratelli hanno ucciso i fratelli, mio padre raccontava di una guerra combattuta dalla parte sbagliata per gente che non sapeva fosse al mondo, e quel poeta (Garcia Lorca) ucciso come uno sberleffo che i poeti per certa gente sono "brutte creature", come cantava De Gregori. C'era poi quel romanzone sulle "Gride" che identificavano gli spagnoli dominanti come spacconi inconcludenti e arroganti, spada e cappa. che quando leggemmo "Fiesta" scoprimmo un altro mondo esotico fin dalla copertina, toreri e amori calienti come certe canzoni e solo "Marcellino pane e vino" e Pablito Calvo ci davano un segno di popolo alla buona come noi. E poi quella dittatura che non finiva mai e noi eravamo arrivati a pensare che la Spagna fosse buona solo per le vacanze e peccato ci fosse il Real Madrid che vinceva sempre e dappertutto. In pochi anni la Spagna ha fatto miracoli. Ed è l'unico paese dove il centrosinistra è al potere e ha il consenso (In Inghilterra c'è stato un crollo). Possibile che noi non riusciamo a produrre personaggi di spessore che ci aiutino a rimontare?

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