venerdì 27 giugno 2008

ostracismo

Sono (naturalmente in paradosso) per il ritorno alla sana pratica dell'ostracismo che nell'antica e democratica Grecia consentiva al popolo di votare (sui cocci, che si chiamavano ostrakon) il nome di un politico o un personaggio pubblico che stava diventando troppo potente e quindi minacciava la democrazia. Ha fatto vittime illustri e molti innocenti sono andati in esilio per i 10 anni previsti dalla legge. Un sano ostracismo consentirebbe, senza campagna elettorale televisiva, altrimenti si truccano le carte, di far fare una vacanza in qualche isolotto tipo Sant'Elena a qualche nome eccellente. Naturalmente lo faremmo all'italiana e finirebbe che mandiamo via i migliori lasciando in carica corruttori e maneggioni (lo hanno fatto anche gli ateniesi, e non in un solo caso). Direte, il popolo non è affidabile. Certo. ma delle volte, se lo si lascia libero di pensare, ci azzecca: non avrebbe mandato mai in esilio Donadoni. Non ci giurerei, viste le reazioni che ho sentito, che non ci manderebbe Lippi, detto il "nuovo" che ritorna. Lippi è come Luigi XVIII che pretese che la Rivoluzione e Napoleone non fossero nemmeno esistiti. Di lui e i suoi compari Prevert ha scritto: "Che razza di gente è questa che non ha saputo contare fino a 20?". Nel senso che i re di Francia di nome Luigi si sono comunque fermati al 18° quello che pretendeva di ricominciare e in realtà finiva.

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