martedì 10 giugno 2008

Europa, europei

Siamo il popolo delle cotte, non solo nel senso di quelle dei preti che pure sono rilevanti, ma degli innamoramenti che durano un po' e poi svaniscono. E così da un po' ci siamo disamorati dell'Europa. Non sappiamo di preciso perché, come capita che quella ragazza che ci aveva sconvolto il sonno, d'improvviso scopriamo che ha il naso lungo e le gambe storte. Lei è sempre la stessa, siamo noi che la guardiamo con occhi diversi. E così gli europei di calcio non sono i mondiali: lo diciamo adesso che abbiamo beccato tre gol dall'Olanda dei tulipani. Che poi a guardare la partita sembravamo in grado di "coglierli" (i tulipani) sul fatto quando si voleva. Forse non abbiamo voluto. Siccome siamo tutti molto più bravi di Donadoni abbiamo in testa la formazione giusta per battere chiunque, dagli Orazi contro i Curiazi, dalla disfida di Barletta, siamo il popolo della delega ai "campioni". E le colpe della sconfitta sono anch'esse delegate, i meriti della vittoria, è ovvio, invece sono nostri. Adesso fino a venerdì fingiamo distacco, in fondo siamo campioni del mondo, l'Europa è molto più piccola... Salvo spezzare le reni alla Romania e buttarci sulla sfida infinita con la Francia. Quella va vinta a prescindere.

1 commento:

matteo ha detto...

Bravo diretur. Sputaci addosso parole libere che ne ho piene le scatole di frasi in gabbia.
Mi chiamo Matteo e sono un universitario deluso da chi dovrebbe parlarci, cioè giornali e tv, araberara è un'isola felice. Continua a buttarci addosso frasi libere. Ciao Matteo