lunedì 15 marzo 2010

scontro

Mattia ieri ha "letto" per la prima volta una parola. Bi-o-a-r-i-o, "Bioario". La "b" andava corretta, e l'ha corretta. Tutto è nato dal fatto che ha contestato la bottiglia, "questa non è la mia acqua". Non gli piace quella frizzante. E per dimostrarlo ha letto l'etichetta. Tutti stupiti, naturalmente. Boh, chi lo sa, a 4 anni uno non dovrebbe leggere ma non si sa, magari al giorno d'oggi leggono prima di noi che eravamo alle prese con le aste. Poi oggi pomeriggio il patatrac. Sono andato a prelevarlo per fargli prendere un po' di sole e di aria. Lui si è rifiutato, prima cortesemente, poi con secchi no. Non era questione di obbedienza ma di incaponimento. L'ho sollevato di peso e portato fuori. Piangeva e si ribellava. L'ho fatto sedere su una sedia giù in garage, gli ho parlato, si è calmato e... l'ho riportato di sopra. Ci è rimasto malissimo (anch'io). Poi ha telefonato a sua madre dicendo che era pronto per uscire, di dirlo a papà. Ma suo padre se n'era andato e non è tornato. A parte la terza persona (mi sento molto Cesare) ho messo in pratica quel conflitto generazionale che impone di non essere compagnoni (o sorelle maggiori nel caso femminile) dei propri figli. Ma mi è costato. Adesso vediamo se è servito a qualcosa. Ma ho scoperto cosa volessero dire i nostri genitori quando dicevano che certe cose le facevano "per il nostro bene", una giustificazione a futura memoria. Chissà se conserverà tale memoria.

Nessun commento: