venerdì 4 novembre 2011

varicella

E' novembre, pioviggina come è giusto che sia nel mese dei morti. Mattia si è aggirato per il cimitero di Sovere, chiedendo chi era questo e cosa faceva e chi era quest'altro, rubando sassolini colorati dai vialetti. La morte è lontanissima, quando si è giovani, figurarsi quando si è bambini. E' stato malato (bronchite) ma per assurdo adesso all'asilo è uno dei pochissimi superstiti, ieri erano solo in 17 su 75, le maestre non sanno cosa fare, fanno un po' di vacanza anche loro, il secondo pulmino ieri è partito con una sola passeggera, una bambina. Gli altri hanno quasi tutti la varicella che le mamme dicono che è un bene farla perché farla da grandi poi è pericoloso e bla bla e il mio è diventato un mostro, il mio si gratta di notte e poi gli restano le macchie in faccia, il mio sta guarendo ma adesso l'ha presa la sorellina bla bla. Mattia da due giorni racconta che vanno in biblioteca a sentire delle fiabe, sembra contento, è uno dei pochi "grandi", anzi, sembra sia il solo e magari ce l'ha incubata bla bla e vuol fare i "gruppi omogenei" anche se parlare di gruppi al plurale è contraddittorio ed è geloso di Morbillo, il cagnolino che tratta malissimo perché crede che io gli voglia più bene che a lui e domenica siamo stati al cinema noi due a vedere Tin Tin e lui ha sentenziato: "E' stata la cosa più bella della giornata" e vuol tornarci dopodomani, ci mangiamo popcorn confezione gigante, beviamo aranciata e cocacola e ci godiamo il film, qualunque sia. Magari domani gli esce la varicella che sta incubata dieci giorni bla bla, macché sono venti bvla bla, ti dico che sono ventuno giorni bla bla bla.

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