giovedì 11 settembre 2008

asilo 2

Non c'è come chi è nel bisogno che sa di cosa ha bisogno. Dopo aver insegnato 26 anni nella scuola avevo perso i contatti. Questa del maestro unico mi sembrava a prima vista un ritorno al passato non dirompente... E' la motivazione sottintesa che è intollerabile. Vanno a toccare l'unico ramo di scuola che funziona benissimo. Ma l'asilo fa imparare davvero tante cose. Come il dubbio che i "nidi" siano spacciati come innovazione pedagogica e invece siano dei comodi parcheggi per bambini che fino ai 3 anni hanno bisogno di punti di riferimento affettivi certi. Ma dobbiamo tutti lavorare come dannati, dobbiamo assicurare loro un patrimonio. In un certo senso un "sacrificio" dei genitori per i figli. Solo che per assicurargli i soldi gli fanno mancare non il pane ma qualcosa addirittura di più vitale, il patrimonio della vicinanza di madri (e padri). I bambini che sono stati al nido rigettano l'asilo addirittura fino a dover essere ricoverati per convulsioni. Tre casi. Magari isolati. Ma mi hanno insinuato il dubbio che ci sia qualcosa che non vada. Oltre a delegare in toto l'educazione ai valori (una studiosa del ramo mi ha detto che il bambino sarà quello che viene educato ad essere da 6 mesi ai due anni) e al comportamento conseguente, deleghiamo addirittura la "compagnia". Un tempo i nostri genitori badavano molto alla "compagnia", guai a frequentarne di "brutte". C'era un giudizio morale implicito, basato non certo sul censo, come avviene purtroppo oggi, ma sui valori da trasmettere. La difficoltà è sapere cosa è giusto, poi è facile (per i cromosomi morali sopravvissuti) fare il giusto (è una frase di un film: gli americani nei film danno il meglio).

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