giovedì 7 giugno 2012

il giorno del giudizio

Ieri, mercoledì colloquio con la maestra Roberta. Colloquio finale, prima della consegna dei "diplomi" di sabato pomeriggio. Mi ha consegnato i giudizi di fine anno da quando Mattia è andato all'asilo. Praticamente solo dei due ultimi anni, perché i primi due Mattia ha disertato frequentando per pochissime settimane il primo anno nei piccolissimi (errore averlo iscritto) e poi anche nei piccoli come conseguenza del primo tentativo dell'anno precedente. Il giudizio del penultimo anno, quello dei mezzani, registrava un comportamento corretto ma praticamente isolato, lui se ne stava per conto suo ("mentre gli altri giocavano lui preferiva leggere un libro". testuale, "leggere" che poi è solo un modo di dire). Tutto ribaltato quest'anno, l'amicizia con Nicola lo ha sbloccato completamente, "è benvoluto da tutti... ha un'intelligenza acuta... chiede il perché di tutto... è curioso... solo con gli adulti si limita a chiedere le cose". Giudizio lusinghiero rafforzato dalla previsione che "a scuola si troverà bene e farà bene". A Mattia ho dato una carezza e gli ho detto che sono orgoglioso, termine che gli avevo spiegato già la settimana scorsa per quello che mi aveva detto la direttrice Michela. Lui è girato per casa pretendendo che tutti leggessero il giudizio della maestra. Ah, siamo andati anche alla cena di "trenini", 43 in tutto a mangiare la pizza. Mattia ha giocato tutta sera, noi chiacchierato. Mattia aveva comunicato al colto e all'inclita che gli arrivava a giorni un fratellino. Le mamme a congratularsi con Tea "però non si vede che aspetti", Tea che resta perplessa, "aspetto cosa?" e poi il chiarimento. Adesso dovrei spiegare a Mattia che davvero i bambini non li porta la cicogna o non piovono dal cielo di notte? Glielo spiego un'altra volta.

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