sabato 11 giugno 2011

iniziazioni

A casa per l'attacco del virus (stabilito che dell'onnipresente virus di tratta, che ha falcidiato l'asilo) Mattia non demorde. Un fatto e delle parole le novità. Il fatto: va giù in garage e, perso per perso, traffica sulla sua bicicletta, stacca le rotelle (svitate da solo), sale e via, una trentina di giri nel garage con caschetto ma senza cascate. Ha fatto tutto da solo, una decisione drastica. Ora stavo pensando a quando la Luigia, che c'è ancora, è viva e vegeta anche se avrà i suoi anni anche lei, mi ha portato nel campo sportivo di Tavernola con una bicicletta che era una roba a metà statura, pesante, fornita da Paris che non so se faceva il meccanico ma era all'inizio di Via Pero e l'aveva fornita lui, e poi insomma vado, mai avuto rotelline, o la va o la spacca e a un certo punto mi volto e la Luigia non mi tiene più, sto andando da solo. E poi ho spiccato il volo giù per Via Valle, sterrata, passo sulla provinciale asfaltata di recente, pochi camion, risalgo sul piazza di sopra (a Tavernola è una strada parallela alla provinciale sul lungolago) e... infilo la ruota tra le gambe di una signora che non avevo visto e quella è lì davanti seduta per terra che urla minacciandomi, "lo dico a tuo zio". Oh, mio zio era il parroco... Ecco molto ma molto meno traumatica l'iniziazione di Mattia giù nel garage. Il quale Mattia, debilitato dalla dissenteria, ieri sera ha sentenziato: "Non ero così stanco nemmeno quando sono nato". Che è una notizia, non lo sapevamo che era nato stanco, non lo aveva mai dato a vedere e dal moto continuo da cui è sempre preso non sembrerebbe proprio.

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