venerdì 17 giugno 2011

il riso della maestra

Mattia solitamente, appena fuori dal perimetro di sua competenza che segna idealmente (come fanno i cani, gli ho spiegato) è un bambino educato. All'asilo in questi giorni non si fa attività didattica, praticamente lo mandiamo per socializzare, fare amicizia, ne ha bisogno, perché non mi diventi un lupo solitario e fatichi poi in seguito ad allacciare relazioni. Solo che gli mancano, dice, i suoi due amici, veramente una è una bambina. Così deve "socializzare" con bambini di altre classi, che non ha mai conosciuto se non di vista. E' successo che ha raccontato com'è andata con una bambina dei "grandi". E' arrivato nel salone, ha visto un triciclo libero e si è avvicinato, l'ha preso e quella bambina (è alta) gli ha detto che l'aveva già prenotato lei. "Allora ho brontolato, ma forte, lei mi ha spinto e allora io le ho detto di prenderlo che tanto è brutta". La maestra (non la sua) "ha riso" (citazione biblica "Perché Sara ha riso?") e ha detto: "Tu sì che sai già come offendere le donne". La cosa si è conclusa così. Ieri invece ha perso a bandierina, non è mai riuscito a beccare il fazzoletto e non ha mai raggiunta Clara. Perché? "Io correvo, guarda come corro forte". In effetti è abbastanza veloce ma si vede che la bambina è sgamata e l'ha evitato a zig zag. Ho provato a indagare in tal senso, ma poi ho mollato la presa. Oggi lavori alla casetta con lo zio Pepe. Poi abbiamo assaggiato dall'albero le amarene dello zio Mario, la prima era piuttosto acida e rifiutava l'ostacolo, poi ha assaggiato quelle che gli ho dato io (mature) e allora ha convenuto che era "buone".
Ieri sera è andato a letto tardi perché sua madre è uscita a mangiare la pizza. Lui l'ha aspettata sul divano fino alle 10.30 e quando è arrivata non le ha rivolto la parola, offesissimo. Così impara.

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