venerdì 2 aprile 2010

venerdì santo

Venerdì santo. Erano anni che non lavoravamo il venerdì santo (se è per questo anche domani non si scherza). Ricordo le "messe secche" del venerdì santo, lo "strepitus" che si faceva al Mattutino, le campane legate, il "Passio", la Via Crucis solenne, il magro e digiuno. Oggi abbiamo osservato solo il "magro". Seguito in TV la trasmissione dal Vaticano, ancora quelle voci impostate dei diaconi, la retorica nella voce. Ieri ho raccontato a Mattia l'ultima cena e la Passione. Tutto è partito dal fatto della lavande dei piedi, un significato allegorico che un bambino non può cogliere, il simbolo. Ma era incuriosito lo stesso, gli piaceva la storia incredibile che di 12 amici ce ne fosse uno che lo tradiva con un bacio e poi la flagellazione, coronato di spine, "crocifiggilo", ti ricordi che domenica tutti cantavano osanna, il concetto di folla e il modo di abbindolarla. Gesù crocifisso e poi la suspence della resurrezione, le donne che trovano il sepolcro vuoto. Gli ho detto, cambiamo storia. No, voglia questa, mi piace. Vedete? Basta saperle raccontare, sono storie che non finiscono mai di stupire. E domani la benedizione dell'acqua e del fuoco

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