sabato 24 aprile 2010

motto

Mattia aveva domande di riserva a raffica. Due viaggi insieme, da uomo a uomo, e lui si è sbilanciato a chiedere ogni sorta di cose, dal colore della terra (arata), del perché si semina e per fare cosa, dalla scansione delle stagioni che ha voluto ripetessi, finendo per dire che preferisce la neve, dai supereroi "che però non esistono" e comunque a loro fa dire le cose che lui, per buona educazione, non direbbe, come "culona" a... beh, lasciamo perdere ("l'ha detto spartacus che è un supereroe quindi è vero"), conia sentenza sul brontolamento delle donne in generale. Insomma abbiamo recuperato il silenzio di tre giorni. Aveva sentito che in casa parlavano di un Pietro che aveva problemi alla schiena e doveva essere operato. Ha collegato il nome con me ed è scoppiato a piangere. Poi gli hanno spiegato che sto bene, non ero io. Abbiamo stabilito una sentenza bergamasca che mi ripeteva mio zio don Pierì e voglio lui memorizzi: "Brüt o bèl, ol cünta ol servèl", che tradotto significa, "brutto o bello, che conta è il cervello". Gliel'ho spiegato e lui l'ha voluto ripetere in dialetto. Sarà il nostro motto di vita. Da lunedì andiamo in vacanza. Spero di scrivere anche da Caorle (se riesco a superare lo scoglio dei meccanismi informatici).

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