domenica 22 novembre 2009

Osare

Siamo partiti e arrivati cantando che la vita l'è bela, basta avere l'ombrela. A Mattia piace anche quella che la vita l'è strana, basta una persona che si monta la testa, è finita la festa. A Vilminore cimitero dai nonni (ma qui è montagna?), e poi Mattia ha giocato con lo zio Pepe a pallone nel cortile, si è divertito, ha riso come un matto. Quando siamo tornati si è fatto anche una dormita gigantesca. Era sano e felice. Ieri sera siamo andati alla commemorazione di Vasco, il sindaco di Lovere morto un anno fa. Oggi andiamo al campo per l'inaugurazione della tribuna coperta di Sovere. Mi sta già aspettando, ha chiesto alla mamma se il papà sta già lavorando. Veramente non stavo ancora scrivendo, leggevo il blog di Araberara con tutti gli interventi. Mi dipingono come un "affarista" che fa un giornale solo per vendere, altri come un "padre-padrone" del giornale. Veramente il successo incredibile (crescere del 50% di vendite in due anni scarsi è un miracolo, anche perché ormai i numeri sono importanti) va di pari passo con una struttura restata piccola e senza capitali. Io lavoro gratis. Sto cercando di far capire a Mattia che i soldi servono ma nessun negozio, tanto meno centro commerciale, ha in vendita una sana risata. Le risate sono gratis e nascono da dentro, non si trovano sui banconi (risata sta per felicità). Mattia sembra sempre distratto ma poi ripete precise le parole alla mamma come fosse una sua scoperta. Ieri dopo aver mangiato un piatto di raviolini ha proferito e sentenziato: "Oserei dire che erano buoni". Testuale. Cosa volete dire dire a uno che "osa" tanto?

Nessun commento: