domenica 2 dicembre 2012

Mattia ha voluto fare un presepio gigantesco sul tappeto del salotto, con grande disappunto della nonna. Ha creato una montagna innevata, e il castello di re Erode è fuori dal tappeto. Vorrà pur dire qualcosa. Ha voluto albero e presepio perché a scuola tutti i suoi compagni dice che il presepio l'hanno già fatto. Manca il muschio e la nonna è terrorizzata dal fatto che lo metta sul tappeto
bello. Salotto impraticabile a meno di fare slalom tra le statuine sparse. Ha avuto perplessità nel trovare due pecore uguali, voleva scartarle. L'ho convinto con ragionamento parafilosofico che in fondo le pecore appaiono uguali e si comportano allo stesso modo, come gli uomini quando seguono le mode e quindi l'uguaglianza è nei comportamenti e nel vestiario e quindi ci sta che ci siano due o tre pecore uguali perfino nei dettagli, l'importante è non essere... pecoroni. Non so per quale parte di questo ragionamento contorto si è convinto, ma le pecore sono state piazzate tutte sul tappeto. In fondo sarebbe da pecoroni anche fare il presepio 25 giorni prima dell'evento. Poi ho pensato che noi lo facevamo la sera della vigilia senza mettere il Bambino nella mangiatoia, che si posava dopo la Messa di mezzanotte. Convenzioni nelle tradizioni. L'attesa, di questi tempi, viene bruciata dalle anticipazioni (sondaggi), andiamo di fretta, vogliamo anticipare i tempi e gli eventi, perfino gli anniversari. Vogliamo essere "avanti", precederci affrettando di fatto l'innominabile, la morte. In sintonia con queste scelte... esistenziali ha già preparato anche i biscotti per S. Lucia e il fieno per l'asino. Rorate coeli desuper et nubes pluant justum. Ma il "pluant" dovrebbe essere indicativo, insomma viene dato per scontato l'arrivo, prima ancora della partenza. Che mondo!

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