domenica 9 dicembre 2012

uomo a terra

"Ma come fanno a credergli ancora quelli che gli credono". Mattia mi ha sorpreso e gelato nello stesso tempo. Il complemento oggetto era Berlusconi. Non gli ho mai detto niente, da dove salta fuori quel giudizio impietoso e così preciso? La nonna? Va beh, è stata una berlusconiana doc e qualche commento l'ha fatto, ma generale, tipo "sono tutti ladroni" quindi tutti e nessuno. E allora? Forse a scuola dove i bambini ripetono quello che sentono in casa. Propongo di abbassare l'età degli aventi diritto al voto. A sei anni hanno capito più di quello che capiamo noi. I bambini non solo ci guardano, ma ci ascoltano, anche quando non diciamo nulla. Ieri si è fatto risate squillanti vedendo i pagliacci nella "notte bianca" (che è cominciata nel pomeriggio, tanto per far capire che il termine "notte" è solo la prosecuzione del giorno con altri mezzi). I bambini ridono quando vedono un "grande" cadere. Per noi è un dramma o una liberazione, per loro è solo una posizione supina o prona, quindi anomala dell'homo erectus. Chi poi si ostina, nonostante sia a terra, a cantare vittoria, è come gli eroi del Metastasio che morivano cantando a squarciagola. Ma morivano comunque. Un tempo si gridava dalle navi: "uomo in mare". Qui si dovrebbe gridare "uomo a terra". Ma se l'uomo a terra pretende di essere in volo allora lasciatelo lì, ognuno è libero di credere in cosa e chi vuole. Resta la domanda: "Ma come fanno a credergli ancora quelli che gli credono"?

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