lunedì 12 settembre 2011
lingue
A parte imparare le parolacce in greco, che è pur sempre conoscenza, sia pure marginale di cultura, e sentire tutte le lingue del mondo, l'asilo di Mattia è davvero una babele. L'unico suono universale e condiviso è il pianto. Stamattina, entrando nel grande atrio, c'era un suono diffuso e su tutto dominava il pianto. Piangono tutti allo stesso modo, con gli stessi suoni, con il colore delle lacrime uguale per tutti, russi, rumeni, greci, equadoregni (si scriverà così o cosà?), ucraini, marocchini, statunitensi (forse ho dimenticato qualche etnia). Si capiscono a gesti, con gli occhi. Incredibilmente si capiscono.
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