venerdì 11 luglio 2008

mercato

Al mercato mia madre tirava sui prezzi. Era un gioco delle parti, lei sapeva, come tutte le donne, che chi stava dall'altra parte aveva già aumentato il prezzo di quel tanto che avrebbe "scontato" nel tira e molla con la spettabile clientela. Se tu non contrattavi pagavi anche l'aumento. Lunedì scorso ho fatto un giro al mercato, quello grande dei baradelli. Non ho sentito una sola cliente (erano donne, come una volta) tirare sui prezzi, pagavano quanto veniva chiesto. Anche "tastare" la merce adesso è severamente proibito. In un filmato che ho fatto alla fine degli anni ottanta, ho ripreso le donne che assaggiavano al banco degli alimentari, formaggi, mortadella, frutta... Provate adesso, si prende a scatola chiusa. per cui si va ad occhio e a chi non ha occhio succede quello che è successo a me: ho preso una confezione celofanata di pesche noci, mi attiravano. Come le ho assaggiate ho capito di avere toppato, erano durissime. Questo, bellezza, è il "libero mercato". Libero per chi vende che fa i prezzi e confeziona la merce: noi siamo i "ragazzi state indietro, lasciateci lavorare" dei vecchi venditori di acqua calda, acqua bollente calda, in piena estate.

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