sabato 2 agosto 2008

dopati

Possibile che si dopino tutti, perfino uno che fa lo schermidore? La scherma con la "cavazione" (dell'occhio, dicevamo noi) ce lo insegnarono al corso e ci divertivamo un mondo, anche senza capire perché "toccasse" di diritto a uno l'attacco piuttosto che all'altro, solo per delle regole che ci sembravano assurde, il duello era duello, che diamine, se uno poteva infilzare l'avversario mica stava a vedere se toccava a lui la stoccata, no? Ma che uno prenda sostanze dopanti per fare scherma mi sembra assurdo. Eccitanti, forse. Certi giorni mi sembra di essere in sintonia con quello che al bar, l'altro giorno, mi ha detto, ma lasciateci in pace, che si droghino, mi voglio divertire a vedere vincere, poi se muoiono a 30 anni se la sono voluta. C'è un doping dell'anima che non viene mai sanzionato, la Cina ha preparato negli ultimi 12 anni le "sue" olimpiadi, atleti allevati in batteria, in campi di concentramento appena più moderni, cosa ne sarà di quegli atleti se perdono, che ne sarà di loro anche se vincono? Non ce ne frega niente. Nella vita vorrei fare l'antidoping a certi manager che se la tirano (la cocaina) e sono brillanti fino a che gli si spappola il cervello e non se ne sa più niente. La concorrenza viene battuta con tutti i mezzi. Qual è la morale di queste storiacce? Che lo sport ci serve per esorcizzare la nostra voglia insana di far guerra: se mandiamo i mercenari in battaglia non ci importa se e cosa hanno bevuto, vogliamo solo che vincano per noi. Perché ci serve a sbarcare il lunario con un po' più di allegria. E allora tutto il moralismo quando ne beccano uno (su mille) che non ce la fa, c'importa un fico secco.

Nessun commento: