Giornata campale per Mattia. partito da casa al mattino, tornato a casa la sera. mangiato capretto e polenta al santuario, miracolosamente (è il caso) fermo a tavola per quasi due ore, con la curiosità degli altri commensali e le portate, al ristorante del santuario, poi il pomeriggio a giocare, far vedere e mettere a posto il canale sempre manomesso da altri ragazzi, poi giocato al pallone con lo zio Pepe (quello che si chiama davvero così) e poi ancora giocato a calciobalilla, poi al parco. Dispiaciuto che se ne andasse, voleva andare con lui a Vilminore, Magari oggi pomeriggio. Il fatto è che la sera era in forza, "lavorato" con carriole e pachere varie. Una furia. Tea dice che dobbiamo fargli la prova del capello, sarà dopato all'insaputa dei suoi genitori?
PS Ah, dimenticavo, gli hanno regalato un cappello nero da cowboy e stamattina si è alzato in piena forma annunciando: "Non disturbatemi per nessun motivo" e si è messo subito a trafficare con il cappello in testa.
lunedì 31 maggio 2010
domenica 30 maggio 2010
salve
Ieri si è ripetuta una scena madre, anzi, una scena padre. Stavamo giocando sul prato a pallone, noi due soli (Mattia ha imparato a tirare indietro la palla con la pianta del piede e poi ripartire, mica male: tranquilli ha già proferito e sentenziato che lui non vuole diventare un campione di pallone e gli ho detto che io voglio che lui resti Mattia e basta e si è tranquillizzato), dicevo noi due soli e a un certo punto è sudato, gli dico, "intervallo" e lui va verso le panche a sedersi. Gli faccio segno che vado un momento in bagno. Quando esco non c'è più, torna vicino alla panca e chiedo alla signora che c'era al bar dov'è Mattia, lei dice che è venuto a cercarmi. Torno indietro, faccio il giro dell'edificio e lo trovo vicino alla mia auto che piange a dirotto. Quando mi vede mi viene incontro in lacrime, "dov'eri andato"?. Era disperato. Gli ho spiegato il malinteso. "Ma io ero entrato in bagno, ma non ho sentito rumori". Che dire, che fare, si è quietato a poco a poco, "ma tanto avevi visto che l'auto c'era". "Sì ma tu non c'eri". La sofferenza a salve allena a sopportare in futuro la sofferenza vera o è pura tortura gratuita?
giovedì 27 maggio 2010
numero 10
Mattia è qui in redazione. Da giorni si gode la primavera... vera, anche se oggi pioveva a dirotto ma adesso c'è sereno. ma che, parliamo del tempo che fa? Sono stato un po' tirato sul lavoro in questi giorni ma Mattia non ne ha risentito più di tanto, siamo stati a giocare al santuario, siamo stati sulle giostre, abbiamo giocato a calcio (inizia a fare due palleggi di fila) ma è un testone, impara tutto da solo, non sopporta le... lezioni. Quelle di vita sì, perché nei nostri trasferimenti chiede di spiegargli i fondamentali, i buoni e i cattivi insomma, il bene e il male, perfino la pioggia, gli ho spiegato oggi, è un bene, la terra era spaccata e crepata ieri (l'abbiamo vista) e l'acqua fa bene, il vento asciuga la terra, ma l'asfalto non riceve acqua che anzi prende velocità, finisce nei tombini, poi nei grandi tubi che abbiamo visto interrati ("certo, mi ricordo"), poi nel fiume, nel lago, di nuovo nel fiume e poi nel mare. Adesso sa cos'è il mare. "Ma non si riempie". E vai con il sole, l'evaporazione, le nuvole e di nuovo la pioggia. Mi sento molto maestro elementare, quando lo vedo attento. Dopo aver esultato con la maglia di Milito, sta rivalutando Balotelli, ma ieri ha inaugurato la maglia della nazionale (anche se ha il n. 10, che era di Totti, e per un interista non è il massimo). Il fatto è che la maglia gliel'avevano regalata 4 anni fa e ci avevano detto, è la taglia più piccola, per quando avrà sei anni. Lui adesso crede di avere 6 anni perché la maglia gli va a pennello. Naturalmente fasi alterne al nostro canale su nel bosco, che viene deviato e noi ripristiniamo. Adesso saluta la Madonna e pretende lo faccia anch'io. Ieri il pallone era sceso per i prati, credevamo di averlo perso, Tea se l'era presa. Noi siamo scesi a piedi per protesta e... naturalmente abbiamo recuperato il pallone che era finito in un prato, sotto il bosco. Stamattina i pesci dell'acquario dello "zio Gianni" (frate) erano quasi tutti morti. Lui ha detto: "Sono indignato". Proprio così. Indignato con "zio Pepe" che non ha aggiustato la pompa dell'acqua. Ma adesso qui ha ripreso possesso del suo regno.
sabato 22 maggio 2010
mestieri
Pomeriggio e sera con Mattia scatenato felice, mi corre incontro quando arrivo e mi salta in braccio (oh, pesa, adesso...). Poi via a vedere pecore e capre, abbiamo scavalcato il recinto elettrico (lieve scossa per me) e siamo entrati nel gregge, perché ogni tanto bisogna pur lasciarsi prendere dall'onda populista e popolare. Ma le capre ("quella che mi vuole bene è quella lì, bianca") sono state a debita distanza. Gli ho detto che avevano soggezione di me. Cosa vuol dire? Vuol dire che hanno un po' vergogna o paura di me. "Ah, ecco perché non viene a farsi coccolare da me". Al santuario ha ruzzolato per i prati rasati alla perfezione dal signore (esse minuscola) che gratis et amore Mariae falcia tutto e mette a posto i prati circostanti, con una meticolosità incredibile di questi tempi. E' la vecchia guardia, come quella dei volontari muratori. Mattia ha detto a una signora che da grande vuol fare il pastore, il contadino e il giornalista, tre mestieri che si conciliano perfettamente. Poi gelato da Ilde e partita a calciobalilla e ieri sera ancora giri per il paese con la zia Caty. Ieri mattina ha detto che ha passato una notte non bella, perché Simone gli ha fatto i dispetti tutta notte. Simone è un peluche...
mercoledì 19 maggio 2010
le "bande" dell'acquedotto
Il vicino di casa chiede a Mattia che lavoro vuoi fare da grande. Fulminante la risposta: "Ma non vedi che lavoro già? Faccio il contadino, il muratore e il giornalista, no?". Il muratore con "la mia adorata carriola". Il giornalista con noi, il contadino con la nonna. Già con la nonna ha un atteggiamento di... sostegno. Le "insegna" a giocare ma secondo lui con scarsi risultati, uffa, adesso sono stanco, ho lavorato tutto il giorno. Abbiamo rimesso a posto il nostro canale dove si è creato un interesse che ormai... tracima. Hanno anche messo un cartello scritto su un cartone con scritto "I ragazzi dell'acquedotto di Sovere". Ma ci dev'essere un'altra "banda" che boicotta, perché stamattina Tea ha trovato anche ripristinato il vecchio tracciato. Bisogna sapere che quel ruscello scende nel bosco dal "troppo pieno" della vasca dell'acquedotto che sta sopra. E a quanto pare c'è uno spreco di acqua incredibile perché il ruscello non è mai in secca, anzi. Come dire, con quello che si fa pagare l'acqua anche a Sovere tutto il versante della montagna dove sta il santuario è pieno di sorgenti che scendono a valle. Anche nella cascina vicino al santuario il proprietario ci ha fatto vedere come ha incanalato la sorgente che butta acqua da tutte le parti e così lo zio Mario che ha messo bidoni per raccoglierla ma poi scende comunque a valle. Mattia adesso ha un appuntamento nel bar di Ilde dove c'è una ragazza che gli piace (a lui piacciono grandi le bambine piccole non le degna di uno sguardo) e poi si gioca a calciobalilla dove la mamma è la vittima sacrificale di noi due "campioni".
lunedì 17 maggio 2010
scudetto
Va beh, maglia di Milito che Mattia voleva mettere anche in chiesa al Santuario dove Don Fiorenzo aveva organizzato per ieri pomeriggio un "raduno" di tutti i bambini nati negli ultimi 5 anni per una benedizione con affido alla Madonna. Mattia ha ritirato la sua pergamena che non ha apprezzato ma poi è uscito e voleva mettere sciarpa, cappellino e maglia del suo preferito Mi-li-to Mi-li-to che scandisce. Ma non era il caso con la Roma in vantaggio e l'Inter che non segnava. "Ma non segna Milito?". E poi è successo e allora lui ha voluto giocare al pallone su alla cascina vicino al santuario dove il padrone dei tre cani (Stella, Rochy e il piccolo Nerone appena nato, nerissimo con una macchia bianca sul petto che Mattia voleva portare a casa) ci ha accolto benissimo. Poi voleva andare con sua madre a sbandierare e l'ho portato a Lovere dove si è divertito ad afferrare la bandierona dello zio Tita. Da quando è nato Mattia ha già vinto 5 scudetti (e un campionato del mondo). Chissà alla prima sconfitta...
domenica 16 maggio 2010
S. Mattia
Lo so, sono stato "assente" ma non per Mattia che si è goduto suo padre da mane a sera. Era il suo onomastico venerdì scorso, S. Mattia apostolo )è bene ricordarlo, colui che sostituì Giuda nel collegio apostolico). Dalla sera prima hanno cominciato a dirgli che "il santo paga" e doveva rompere il salvadanaio per pagare da bere a tutti. "Ma io non bevo". Ma gli altri sì. Il mattino si è alzato e la nonna gli ha fatto subito gli auguri. "Non dirlo a nessuno perché se no devo prendere i soldi dal salvadanaio". Poi nel corso della giornata ha preteso regali e si è alla fine accontentato di pasticcini e torta, pretendendo comunque al più presto le "braghe" di Milito (il giocatore dell'Inter di cui ha la maglia) e anche le "calze". Questo delle calze, che sarebbero i calzettoni, era stata una mia aggiunta alle "braghe" che poi non si trovano qui in giro. Ieri siamo andati alla "Buca del Corno" di Entratico. Siamo entrati appena noi due, con una guida... olandese (trapiantato a Entratico= gentilissimo, un fiume d'acqua ma bellissime gallerie, con aperture verticali, cascate di acqua ferrosa. Peccato l'accesso perché per arrivarci abbiamo sceso un sentiero da capre. Ma ho scoperto qualcosa di davvero bello. Ma non c'erano i... supereroi annunciati, Batman a forma di pipistrello. In effetti ci ha detto il signore che ci guidava che c'erano pipistrelli a iosa e c'è una grotta con chiaro riferimento alla loro presenza. Allora andiamo a vedere Villa Suardi a Trescore. "Ma ci sono lì i supereroi? Ma non esistono, però magari per finta ci sono". Chi lo sa, magari sulle pareti (riferimento ai dipinti angelici del Lotto che stanno appunto in Villa Suardi, che doveva essere aperta fino alle 22.00 e invece uno scortese e polemico "volontario" (categoria indefinibile, visto che poi risulta sia anche pagato) ci ha chiuso l'illusione in faccia dicendo che lui non prende ordini dagli organizzatori e aveva chiuso da cinque minuti (eravamo arrivati alle 17.35) e non riapriva di certo e comunque non ci avrebbe fatto vedere le stanze affrescate. Mattia ha sentito suo padre piuttosto seccato (eufemismo) e quindi si è molto arrabbiato con quello lì che non l'ha fatto entrare. Lo scriveremo sul giornale. Appunto. Poi l'ho ringraziato per avermi aiutato nell'intervista a Placidia, la "romita" del santuario da 50 anni (c'è su Araberara). Lui aveva fotografato tutto. "Ma perché non ci sono le foto del letto e dell'armadio?". Credo sarà un buon direttore di giornale. A parte l'aspetto iconografico...
mercoledì 12 maggio 2010
l'ombrello
Non sarà mica primavera questa? Piove, pioviggina, spera di sole, di nuovo pioggia. Mattia ieri ha concordato, dopo aver invocato come "bel tempo" una nevicata, si è scocciato. Siamo usciti senza ombrello, siamo scesi dalle "scale strece" contando i gradini, rilevando coma la seconda parte sia di gradini orribili di cemento, siamo scesi fino alla zona del nuovo quartiere in costruzione all'ex Filatoio, abbiamo osservato che il fiume non viene più "incanalato", abbiamo constatato che non serve più per produrre energia elettrica perché non c'è più il Filatoio (il Comune potrebbe rilevare l'impianto, come fanno tanti ma cosa volete farci...), abbiamo constatato che i lavori nel cantiere vanno a rilento, anche perché se non vendono non hanno interesse a finire le case, abbiamo risalito la stradina (dissestata) che passa sotto le Scuole Elementari, da Mattia individuate come "voto", nel senso che lì si va a votare e Tea era presidente di seggio e poi d'improvviso, lontanissimi da casa. ha cominciato a piovvigginare. Abbiamo attraversato di corsa il vecchio ponte e ci siamo rifugiati sotto il tetto di una casa. Dopo un po' è uscita dalla porta una signora che gentilissima ci ha prestato un ombrello. Nemmeno 100 metri e la pioggia è cessata. Lunga risalita e Mattia che pretende che suo padre riporti l'ombrello ma poi torni. Me ne vado e non torno, anzi torno a lavorare. Dopo un po' arriva la telefonata di Mattia: "Mi avevi detto che tornavi". Gli ho cambiato le carte in tavola, vigliaccamente, raccontando un andirivieni dall'auto posteggiata lontano alla casa della signora, riportato l'ombrello, ripreso a piovere, ripreso l'ombrello, smesso di piovere, riportato l'ombrello, ripreso a piovere ecc. Mattia ci ha fatto sopra una risata. Oggi ci rifacciamo. Ma di che, se piove anche oggi, maledettissima primavera scippata?
lunedì 10 maggio 2010
muro
Mattia ha la maglia di Milito, 2 2 (staccati) dice con i pollici rivolti all'indietro. E' felicissimo anche perché l'altra maglietta è quella di Ben Ten (non mi ricordo come si scrive). Oggi abbiamo fatto una passeggiata mano nella mano fino alla cascata, lui ha osservato l'acqua che scendeva violentemente, ha voluto vedere il torrente sotto, poi ha chiesto dove andava quell'acqua e gli ho raccontato di nuovo il percorso naturale delle acque dolci. Ha visto una fontanella di una casa dove c'erano due o tre pesci rossi, "pesci di acqua dolce", gli ho spiegato. Dolce? Già, perché quella di mare è salata. Non mi ha chiesto niente, probabilmente terrorizzato che ricominciassi la solfa del ciclo dell'acqua. Poi ha finto di essere stanco. Ci siamo seduti sui gradini delle case e qui è partita la discussione sulla proprietà privata perché ha detto che il portone lì davanti aveva un buco (non chiudeva bene) e il muro era tutto scrostato e ha pensato di dire a Pepe di venire ad aggiustarlo. Ma non è di Pepe, mi è sfuggito. Non ha capito cosa c'entrasse e gli ho spiegato che la casa della nonna era della nonna, quella lì era di qualcun altro, mentre le strade sono di tutti e le amministra il Comune. Ah, il Sindaco, ha detto, con un'aria non convinta sulle capacità del suddetto di intervenire ad aggiustare quel muro sbrecciato.
domenica 9 maggio 2010
canzone
Stamattina Mattia si è svegliato e ha cominciato a cantare "Hanno ucciso l'uomo ragno...", poi si è fermato subito e ha detto a sua madre: "Va beh, te la canterà il papà". Bisogna conoscere l'antefatto. Ieri abbiamo deciso che il regalo per la mamma sarà una canzone. In fondo è a buon prezzo, anche se è un regalo faticoso. Quindi stamattina Mattia si è ricordato del regalo ma si è subito stufato di dover fare tutto da solo. E' un grande lavoratore, ieri voleva aggiustare tutto il muro di cinta dei vicini di casa, che è in travertino, quindi è pieno di buchi e lui dice che vanno aggiustati e poi ci sono anche colori diversi, quindi va ridipinto. Era lì con un cacciavite a rimestare nei buchi, "vedi che esce della terra? Qui ci vuole della malta, dai, facciamo i muratori". Sua madre gli ha detto en passant, ti piacerebbe avere un fratellino o una sorellina? La domanda gli era già stata fatta mesi fa e aveva risposto che l'avrebbe gettata dal terrazzo. Ieri è stato più soft, "No". Ma almeno hai qualcuno che ti vuole bene. "Ho già qualcuno che mi vuole bene, la mamma e il papà". Poi ci ha pensato e ha allungato l'elenco, per rinforzare il concetto: "Poi la nonna, Pepe, la zia Caty, la zia Sara... poi la zia Bona, lo zio Pepe, lo zio Tita...". Poi si è messo a pensare a tutti quelli che gli vogliono bene che in paese praticamente sembra un principe, perfino i bambini alle giostre e al santuario lo salutano, ciao Mattia. Boh, mi sa che prepara una candidatura a sindaco.
venerdì 7 maggio 2010
uomo
Da tre pomeriggi ormai Mattia occupa il suo regno in redazione, smuove, sposta, corre, guarda i supereroi al computer, suona il piano, fa le costruzioni, mangia, beve, mette becco su tutto, insomma comanda lui. Il tempaccio fuori non aiuta, non si può neppure portarlo in giro. Poi, al momento di partire, si inventa "lavori" dell'ultima ora, cose assolutamente da fare. Ci è scappato fuori, ho dovuto rincorrerlo per un bel pezzo, perché è veloce, misura 103 cm, "un metro e 3 centimetri". tea ha detto, ormai sei un uomo. "Ero un uomo anche prima", ha risposto seccato. Ha una curiosità su tutto, sul colore delle case, sulle frane, sul fiume, ascolta tutto e tutti e quando meno te l'aspetti te lo ripete o lo ripete a chi non dovrebbe, gaffes incredibili e divertenti. Aspettando la primavera oggi il mio telefonino è andato a picche nell'acqua e si è azzittito. Gli uomini fanno oggetti a loro immagine e somiglianza, di terra e non di acqua.
giovedì 6 maggio 2010
Piovvigginando
Festa della Madonna della Torre con qualche spera di sole e poi pioggia. Ho portato Mattia al santuario, abbiamo comprato un elevatore (in miniatura, che vi credete), abbiamo ascoltato tutta la predica del Vicario Generale e Mattia che in braccia mi sussurrava "uffà", anche se la predica era insolitamente bella. Poi siamo usciti ma cominciava a piovvigginare ("piovvigginando sale..."). L'ho riportato dalla nonna (dovevo pranzare con le autorità e c'è stata una piccola discussione con i preti presenti sui massimi sistemi. Poi siamo andati alle giostre e saliti a Clusone. Lui osserva dal finestrino tutte le cose, chiede, poi di distrae, gioca ed è tornato di moda perfino Zorro, di nuovo prima puntata, quando torna e inventa il personaggio. Lui abbraccia il padre ma finge di non essere uomo d'azione. Farai così quando mi tornerai dall'università? "Io non voglio fare Zorro". E' vero, il mondo non lo si cambia mascherandosi. Piove a dirotto. Sul bagnato, ovviamente.
mercoledì 5 maggio 2010
cambiare il mondo
L'altro giorno discutevamo dei massimi sistemi, ci sono speranze nelle nuove leve, quelle piccole piccole, derivanti da una generazione di genitori, quelli tra i 30 e 40 anni che secondo la nostra personale piccola statistica stanno allevando dei figli al meglio. Lo si capisce da alcuni indizi, da alcuni comportamenti, dai gusti, dai gesti, dal modo di parlare. Il mondo può essere migliorato, cambiato e il Mattia potrà cambiarlo, per la sua parte... Mattia ci stava ascoltando, con quella sua aria di uno che sta facendo altro. Ha solo chiesto: "E come faccio a cambiare il mondo?". Mi sono voltato, mi sono reso conto che era dura far finta di niente. Te lo insegno io, non preoccuparti, gli ho promesso. Oggi ho scoperto che sa fare giochini di logica che io e sua madre non sappiamo fare e lui ottiene regolarmente l'appellativo di "genio" troppo facilmente distribuito da queste macchinette. Solo che a me non lo danno mai, "puoi migliorare", mi dicono. E sottinteso "di molto". Nel tardo pomeriggio di oggi ha detto a sua madre: "Ma quando mi insegnate a scrivere?". Io non ho fatto il maestro, se non un solo anno, non mi ricordo come si fa a insegnare a leggere e scrivere.
martedì 4 maggio 2010
il 12° apostolo
Ieri pomeriggio Mattia ha voluto salire al santuario, settimana di festa, gente che va e viene, una spera di sole nel clima autunnale. Mattia che invoca la neve per fare pupazzi, suo padre che spera non siano giuste le previsioni di neve a 800 metri nei prossimi giorni, soprattutto giovedì, giornata clou dei festeggiamenti della Madonna della Torre. Ha voluto entrare in chiesa accendere due lumini "così la Madonna si ricorda". ma che cosa chiedi. "Che la mamma stia bene". Non c'era nessuno in Chiesa e Mattia lo ha chiesto ad alta voce. Poi è uscito. Mattia è il centro di attrazione delle donne devote, lo coccolano, cominciando da Placidia che dobbiamo intervistare oggi pomeriggio, perché è da 50 anni che fa la "romita" al Santuario, regala mentine (non da 50 anni) a Mattia, mentine bianche e azzurre, poi Bruno con la sua pancia che gli regala caramelle alla liquirizia, una signora che gli ha comprato un gelato gigantesco che ho dovuto mangiare io perché se non la nonna "brontola". Poi ci siamo seduti su una pietra fuori dal "Calvario" e mi ha detto, "dai, raccontami la storia di Gesù". Questa volta l'ho riassunta. Poi mi ha sorpreso: "Sì, ma raccontami dei miracoli". Non si sa mai dove senta e memorizzi parole. Mi è venuta la storia delle nozze di Cana. Si è divertito molto con l'acqua nella cisterna che i camerieri tolgono scettici e diventa vino buonissimo. Una signora passa di lì e chiede perché Mattia si chiama Mattia. Perché è il 12° apostolo. Quella mi guarda perplessa. E io devo raccontare anche a lei la storia della sostituzione di Giuda con il 12° apostolo, appunto Mattia. "Questa non la sapevo" dice la signora. Mattia compiaciuto che il papà insegni anche alle signore anziane. Poi visita al canale ripristinato e ritorno a casa.
lunedì 3 maggio 2010
scontri
Pioggia sul primo giorno della festa della Madonna della Torre. Mattia a Messa con suo padre e la Checa, si è distratto guardando i fregi e i colori, disinteressato alla predica di don Fiorenzo, sbadigliando apertamente. Ha voluto vedere il fumo dell'incenso e si è spinto in mezzo alla piccola navata, giusto davanti al sindaco in fascia tricolore, impavido. Alle bancherelle ha voluto a tutti i costi comprare il fucile, la colt e il pugnale del "Cavaliere nero". Da due giorni sta sparando a tutti ("ma è finto, non muore nessuno") e minacciando di "tagliare la gola" col pugnale. Un bell'insegnamento. Ma mica potevo comprargli qualcosa che non voleva, palloni ormai ne ha quasi 20 e non gli interessa più il tagliaerba. Poi ho pensato che anche noi abbiamo giocato alla guerra e con mezzi più rudimentali e pericolosi (archi con le frecce ricavate dalle bacchette degli ombrelli) e con le pistole figurarsi, anche se di legno che un giorno abbiamo avuto una beretta con un nastro di spari (non pallottole, sul nastro c'erano dei piccoli pallini di polvere da sparo) e un altro arrivò con la colt e il tamburo di cartuccette a sparo. il massimo dopo l'esperienza della spada di Zorro, l'evoluzione della guerra con i mezzi più adeguati, i ragazzi percorrono la storia a grandi salti (historia non facit saltus, col cavolo). E ha poi sparato a tutti, col solo scatto del grilletto del fucile ("quando un uomo col fucile incontra un uomo con la pistola, quello con la pistola è un uomo morto", anche se poi finisce, nel film di Sergio Leone, che vince quello con la pistola). Poi le giostre di Sovere, lui vorrebbe gli autoscontri. Nella scia di pistole e fucili, più che auto, solo scontri. A salve.
domenica 2 maggio 2010
domande
Mattia rimpiange la spiaggia, rimpiange Caorle, pensava che fossimo tornati solo per salutare la nonna, voleva ripartire. Poi ha detto che siamo tornati per il suo vomito, adesso chiede se quello che prende può farlo vomitare, ma è pronto a ripartire. Al mare aveva un sacco di lavoro, spostare la sabbia, comprare gonfiabili tipo spada excalibur, mazze ferrate, martelli giganti, clave, insomma violenza pura. Il mito di re Artù non è che prevalga su quello di Zorro, mentre l'uomo ragno è in cima ai suoi pensieri e alla canzone. La storia di Polifemo è venuta fuori l'altro giorno per puro caso, stavamo parlando delle carote che fanno bene alla vista, due occhi, ma i ciclopi ne avevano solo uno in mezzo alla fronte. E così è venuta fuori la storia di Odisseo, che poi si è chiamato Ulisse e si è fatto chiamare da Polifemo "Nessuno". Ieri sul Corriere veniva riportata la storia di Polifemo, nell'ambito di un'inchiesta, vai a capire le coincidenze. Ha chiesto a Tea di raccontargli la storia del cuoco e della gru. Lei non ha capito che si riferiva a Chichibio e gliene ha inventata una con una gru da cantiere. Mattia si è arrabbiato moltissimo. Ma a volte mi chiede di raccontargli storie che non ricordo di avergli mai raccontato e con me lascia perdere. ma devo stare attento, ogni parola detta è una domanda. Poi le domande si accavallano in un gioco, perché piove, perché ci sono le nuvole, perché piove dalle nuvole. Che fatica essere uomini.
sabato 1 maggio 2010
Caorle/1
Eccoci, siamo tornati, perfino abbronzati. naturalmente non sono riuscito a scrivere niente, bisognava "configurare" il computer, che ne so, io imparo l'essenziale, mica lo straordinario, l'attesa di vita è quella che è (non so qual è) quindi mi arrangio e cerco di non complicarmi la vita. Mattia ha scoperto il mare. In realtà del mare non è che gli sia fregato molto, nessuna curiosità sull'acqua salata e acqua dolce, quella che mi aveva portato, io ragazzo di lago (vivevo a Tavernola) ad "assaggiare" con un dito l'acqua della laguna di Venezia, roba da prendersi un'infezione intestinale. Ma era il 1956 e vedevo il mare per la prima volta. Mattia non si è emozionato, anche perché il mio patetico tentativo di suscitare l'attesa di un'invasione d'oltremare è... naufragata nella totale ignoranza di chi ci sia aldilà di quel mare, non avendo aggiornato nella mia testa la divisione della ex Jugoslavia. Quindi le navi attese, da "deserto dei Tartari" sono finite per essere quelle fiabesche dei pirati. Spiagge da "Morte a Venezia", bellissime, deserte, con il vomito di mare che butta in spiaggia quello che non gli garba. Un sacco di conchiglie che Mattia ha raccolto per lo zio Pepe (paolo) che vuol fare una piccola grotta di Lourdes e non si capisce cosa c'entrino le conchiglie ma secondo lui sono essenziali, come se Bernadette fosse vissuta sul mare e la Madonna le fosse apparsa sulla spiaggia (libera). Mattia si è divertito sulla immensa spiaggia deserta, pochissimi avventori, ombrelloni aperti nel deserto di quelli chiusi come soldatini in attesa, stagione aperta in anticipo, noi a goderci un fine aprile stupendo, caldo. E Mattia a rotolarsi, a correre, tuffarsi. E' entrato in acqua fino a metà gamba, circospetto e poi divertito. Non voleva più tornare a casa. E nemmeno io. Poi ieri mattina ha voluto fare una colazione diversa, ha ingollato di un fiato un bicchierone di succo d'arancia gelato e ha vomitato. Si è spaventato. Ma tanto la vacanza era finita. Ma ci torniamo a cavallo tra un'uscita del giornale e l'altra, magari a settembre, altra stagione di mezzo. Perché ad agosto abbiamo appuntamento fisso a Montisola. Domani, se mi gira, proseguo il racconto.
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