Mattia se la gode. Ieri ha mangiato come non immaginavo mai potesse fare un bambino di 4 anni e qualche mese (lui però ormai dice che ha sei anni, per via di un malinteso, mette magliette da sei anni e lui ha memorizzato). Poi stava per vomitare e ha sentenziato: "Non avevo ancora provato la malattia del vomito". Non ha vomitato, è riuscito a digerire e allora, con tutta l'energia in corpo, ha voluto scatenarsi a giocare a pallone al santuario, dove c'era un raduno di motociclisti che suonavano e cantavano. Lui saluta tutti i motociclisti che incontra. Ha voluto mettersi il casco della Ducati (anche quello da sei anni: "ma mi andava bene anche quando ero piccolo"). E i motociclisti salutano lui. Poi per ripicca dice che gli piacciono le moto di... plastica. Una distinzione sostanziale, una filosofia di vita che Tea cerca di inculcargli, tra la moto da velocità (pericolosa e comunque non vedi nulla, potresti correre su qualsiasi strada con lo sfondo di qualsiasi panorama) e una moto da diporto, quelle da costa a costa (americana), comode e luccicanti, insomma le harley. Anche a lui piacciono ma finge di preferire quelle di plastica.
In chiesa siamo entrati praticamente per fare... l'elemosina, che è uno dei pochi momenti di movimento della Messa (assieme allo stringersi la mano per la pace). Poi siamo usciti.
Oggi siamo tornati all'asilo per saldare il conto dell'anno (lo ha frequentato dieci giorni) e iscriverlo al prossimo. Non voleva entrare, poi mi ha accompagnato. Ha seguito tutto l'iter della faccenda poi mi ha detto "tanto io non torno a settembre". La direttrice gli ha assicurato che gli spinaci non li mangerà, poi sono passati i bambini che lo hanno salutato "è Mattia, ciao Mattia". Lui testone zitto. Gli ho detto che ero contento che lo riconoscessero. Lui allora si è inorgoglito. Su in Capri abbiamo assaggiato ciliegie e amarene e giocato con Stelvio, il cane che si lascia accarezzare e lo spintona un po'. Settembre è lontano.
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