martedì 6 ottobre 2009
socialità
Stiamo finendo anche questo numero di giornale, con una fatica boia, acciacchi vari. Il dolore alla schiena atroce, praticamente stamattina ero uno zombi. Sono cose che ti fanno sentire vecchio. Eppure dentro sei uno pieno di aspettative di vita. Mattia ieri pomeriggio ha voluto che la nonna salisse in bicicletta. Non era mai salita in vita sua su una bicicletta. Caduta, per fortuna senza conseguenze. Mattia che è rimasto deluso, ma questi "grandi" quando imparano a stare in equilibrio sul filo sottile della vita? Alla casetta ha lavorato molto, spostando la terra e i sassi, "ma devo fare tutto io in questa casa", è il ritornello che ripete serio. Oggi ha mangiato di nuovo come ai bei tempi del prima asilo. Lo so che ci sono quelli che non sono d'accordo, che l'asilo socializza ecc. Ma perdinci, uno deve godersi la propria infanzia, se fa una settimana dentro e tre fuori ammalato la socializzazione va a farsi benedire comunque. Si vede che Mattia non ha gli anticorpi necessari per sopportare la socialità. Con gli adulti tratta da pari a pari. Va beh, non è un vanteria, ognuno ha i suoi percorsi. Suo padre girava per il cortile della canonica di Tavernola tirandosi dietro una scatola da scarpe con i finestrini ritagliati in modo da farla sembrare una corriera. Direte, meglio socializzarlo che avere un altro come suo padre. Avete pienamente ragione. Ma tanto faccio il cavolo che voglio e Mattia lo stesso. Anche in barba a suo padre, cui fa la giusta resistenza (non crediate siano tutte rose e fiori) prove generali di un conflitto generazionale tutto da combattere.
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