sabato 17 ottobre 2009
canale e ponte
Il cantiere va avanti, il canale Mattia è profondo, abbiamo deviato il fiume che fa un'ansa elegante nel bosco per precipitare nel profondo. Mattia vuole che gli lavi la faccia con l'acqua fredda, se sente molto in sintonia col bosco, con suo padre non ha paura dei lupi (vecchia fiaba per tenere lontani i bambini dalle avventure, o per attirarli?), perché suo padre gli ha detto che i vilminoresi sono chiamati luf, lupi e quindi tra lupi ci si intende (homo homini lupus, inquietante...). Sta bene e ha le sue massime. Alla zia Caty che gli rimprovera di voler dormire nel lettone, dopo aver dormito tre anni e mezzo nel suo lettino, ha risposto allargando le braccia: "Ma devo dormire con la mamma che ha paura". Come quando si "lamenta" di dover "tenere e far giocare" la nonna. E' nella fase lavorativa, ha i muscoletti, solleva pesi impensabili. Ma appena si tocca l'argomento asilo e scuola dice che l'ha già fatta da piccolo e adesso è grande. L'altro giorno ha incontrato la sua maestra in biblioteca: lei lo ha salutato festosa, lui ha voltato la testa dall'altra parte. Al computer scrive il suo nome. E' la manualità che devo curare. Poi penso, ma ha 3 anni e nemmeno 9 mesi, ma lascia che la manualità la eserciti nelle opere (opere pubbliche, sia chiaro, il canale Mattia è un'opera che doniamo all'umanità: altro che ponte di Messina. Praticamente, a pensarci, è necessario come quello...)
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