sabato 10 ottobre 2009

schiena dritta

Sono ancora vivo, come Papillon che fugge per l'ultima volta, da vecchio, dall'isola che non c'è più. Non è Mattia che stava male, anzi, adesso sembra tornato a sorridere, se non proprio a ridere. Sono io che sono stato un po' preso. Mattia è voluto venire per due giorni di fila in redazione, ha messo su una società edile che funziona mica male, ha scritto al computer i nomi di persone e cose, sa trovare le lettere sulla tastiera, cancella, va a capo, insomma è quasi pronto per un editoriale sul prossimo numero, tanto non è che si debba scrivere chissà che, basta scrivere, almeno a leggere i giornali in questi giorni. E' il mio mal di schiena che si è acutizzato al punto che mi hanno fatto, al pronto soccorso, una flebo. Poi mi hanno prescritto delle cose che non ho fatto e a poco a poco passerà. Mattia è consapevole che un dolore derivato da una partita a bocce (tra noi due, su un campo vero) deve passare e mi chide se mi fa male ancora, mi aiuta lui a raccattare le palline del ping pong, perché comunque vuole che giochiamo, ognuno ha i suoi mali di stagione, lui è guarito dall'otite, che sarà mai, suo padre guarirà anche lui. E mi aspetta per nuove sfide. Quando è qui in redazione sembra scatenare l'inventiva, gli piace l'ambiente variegato, tira fuori la batteria e suona, gli acquarelli e disegna, guarda i cartoni anche se adesso si è un po' disamorato, perché i cartoni sono per quelli piccoli e "quando ero piccolo li guardavo, ma adesso...". C'è una serie (con personaggi reali) in cui il protagonista è Mattia e si fa delle grandi risate. Mi sa che cresce. E io mi abbasso, anche se, come mi hanno detto all'ospedale dopo le radiografie, ho "la schiena dritta" e sembravano meravigliarsi di questo fatto. Sarà una metafora, nel giornalismo di questi chiari di luna.

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