mercoledì 16 settembre 2009
virus
E al 12° giorno Mattia si prese il virus del vomitare. Sta scritto che "poiché non sei né caldo né freddo io ti vomito". Ecco, ho il sospetto che Mattia, appena realizzato che l'asilo non finiva più, sia andato, come Diogene, col suo lumino mentale, alla ricerca del virus che gli avrebbe fatto rigettare l'istituzione. Il brutto è che l'ha subito trovato. La pediatra dice che sarà un autunno disastroso per i bambini, ad ogni virus che gira per l'aria ormai la paura è che si tratti di "quel" virus, quello della "suina", i sintomi si confondono, vaccinati alle malattie storiche ce ne siamo coltivate di inedite, per le quali i vaccini non fanno in tempo ad essere né prodotti né testati, per cui non si se il rimedio sarà peggiore del male. Mattia ha avuto la febbre, questa notte ha dormito, questa mattina ha vomitato tutto quello che il suo piccolo stomaco poteva contenere. Ma è sereno, non è andato all'asilo e ha capito che lo spauracchio del ritorno in quell'antro di virus mostruosi si sta allontanando. Ieri era uscito bene, aveva preteso perfino di pedalare un po' sulla stradina per sgranchirsi i pensieri. Poi la sera il crollo. Le gabbie immalinconiscono, non ci sono più i cortili che erano il vaccino sociale migliore, e contatto con la madre terra. Va beh, i funeralini con le bare bianche c'erano una settimana sì e una no e noi andavamo compunti, in fila, una suora davanti e una dietro, a seguire la morte di non sapevamo chi e non sapevamo cosa. Si ruzzolava e razzolava nel fango e nella miseria. Adesso escono dalle loro rispettive e rispettate campane di vetro e si beccano i veleni che abbiamo sparso in nome dell'economia di mercato. Mattia ama i suoi virus, sono antidoti alla gabbia.
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