Ieri una grande giornata, Mattia alle bancarelle della festa del santuario, Mattia che va in chiesa e poi si annoia (gli avevo proposto di tenere lui l'omelia... ma poi ha voluto farla don Simone e allora Mattia ha abbandonato sdegnosamente la navata), Mattia che mangia, Mattia che ha comprato la chitarra, Mattia che mangia il gelato gigante, Mattia che gioca e palleggia al santuario con Bruno, un omone che ci sa fare con i bambini, Mattia che tira lecche. Stamattina in giro per Clusone bassa (naturalmente parco chiuso, ma che gente è questa?), visita a un rivenditore di moto di ogni tipo, lui che vuol tornarci e ci torniamo infatti dopo dieci minuti e la signora contenta, sarà presto un nostro cliente, poi via verso casa a mangiare dalla nonna.
Noi qui a riprendere a lavorare (Araberara esce venerdì della prossima settimana), le pagine che crescono e però non possiamo fare un libro di un giornale, la pubblicità che tutti vogliono fare con noi, e meno male che va tutto bene. Fin che dura.
Ma poi qualcuno muore: Simoncini era un paccioccone che subiva le cattiverie facendole rimbalzare come una palla di gomma. Ma si vede che dentro qualcosa di quelle frecciate gli aveva fatto male. E' morto di cancro. Meno male che qualche amministrazione comunale ha messo almeno qualche manifesto (era segretario comunale di quattro Comuni, ma era passato da molti altri). Quando si muore, si muore soli.
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