martedì 19 gennaio 2010
funerale
Mattia mi reclama, la mattina, il pomeriggio, la sera. Vuole che dorma con lui che ha imparato a rifare i letti e ti compro delle lenzuola nuove. Abbiamo passato il pomeriggio in alto, al freddo, nel bosco, al nostro canale e laghetto che è bellissimo, si è sbizzarrito a... cucinare per me crocchette al limone, pesci meglio di quelli di Montisola. Poi abbiamo ripulito il piazzale sotto dei sassi caduti dall'alto e gelati sul terreno, abbiamo giocato a nascondino, salutato la Madonna e siamo ridiscesi. C'era un funerali, in piazza non ci siamo fermati, abbiamo posteggiato lontano, vicino alla vasca dell'acquedotto e ha voluto sapere un'altra volta da dove viene l'acqua e come fa ad arrivare nelle case. La campana suonava. Suona a morto, gli dico. Chi è morto? Una signora che non conosco? "Quanti anni aveva?". Notate il passato prossimo della morte. La portano al cimitero? "Perché c'è il vigile?". Perché la gente del paese va in processione e bisogna fermare le auto. Gli ho spiegato che quando muore uno del paese, tutto il paese lo accompagna al cimitero. "Anche se non lo conoscono?". Tutto il paese che lo conosceva. "Ma era malata?". Forse sì, non lo so. "Ah, non la conoscevi. Per questo non vai al cimitero". In effetti è così. Volevo raccontargli la storia che "ogni morte di uomo ci diminuisce" e che il paese, quando muove qualcuno si impoverisce ecc. Ma era complicato e lui già voleva fare un altro gioco. "Stai qui". Vado a lavorare. Si è chiuso nel suo silenzio e ha fatto finta di essere interessato alle costruzioni.
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