giovedì 1 settembre 2011

ad usum delphini

Mattia mi ha spiazzato un'altra volta. Ieri, mentre facevamo le prove generali del concerto per il... party organizzato da Matteo per l'inaugurazione della sua nuova casa, a un certo punto mi chiede chi è il capo degli angeli attuale, visto che Lucifero è stato cacciato all'inferno. Gli ho risposto che è San Michele Arcangelo, raffigurato con la spada in mano proprio perché a capo degli angeli fedeli durante la ribellione (cose paradisiache). Ho poi scoperto che è stata una piccola rivincita, perché aveva chiesto alla nonna la stessa cosa e lei era in dubbio e lui "allora chiedo al papà che sa tutto". La nonna aveva messo in dubbio questa affermazione categorica e non capisco perché visto che in effetti "so tutto", almeno quello che mi serve sapere (scherzo). Così ho guadagnato un punto. Ma siamo lì a misurarci le capacità, ogni tanto mi mette alla prova, in barba all'affermazione precedente del signor so tutto. Poi dice: "Ma perchè, quando mi racconti la storia di Gesù la parola che usi di più è soffrire?". Sono rimasto malissimo, se c'è uno che non usa quel verbo proprio sono io. Guarda che ti confondi, gli dico, "non mi... servo mai di questo verbo servire". Lui ride del gioco di parole ma insiste a dire che sono io. Allora ho cercato di dissuaderlo e ho scoperto a poco a poco che avevo usato quel verbo nella condanna per la cacciata dal Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, che avevo colorito molto, per la verità e mi ero illuso che prevalesse il lato comico della vicenda. Mi è venuta in mente la frase che dicono due amiche di tea quando vanno a fare il condolore per un morto: "L'è mia ché la nosta cà", non è qui la nostra casa. Una constatazione. Fossimo rimasti nel Paradiso terrestre. Ce l'ho ancora con Eva che la sera voleva andare a mangiare la pizza con le amiche e ha voluto dare un morso alla mela per fare la pubblicità a un dentifricio (storia ad usum delphini).

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