giovedì 30 gennaio 2014

festa di compleanno

Mattia compie gli anni il 31 gennaio ma la festa è stata fatta ieri 29 gennaio all'oratorio in modo che tutti i suoi compagni potesse partecipare. sono arrivati in 19 e fortuna che la sala dell'oratorio (addobbata con palloncini da Don Angelo) era grande. Un pomeriggio in cui si sono divertiti e Mattia ovviamente più di tutti, sommerso dai regali. Domani va al compleanno di Davide (con lui nella foto) che invece compiva gli anni ieri. Insomma un'inversione di date e di feste, un po' frastornate e con il sottoscritto a dirigere i giochi in modo che non si annoiassero, con le torte e le frittelle della nonna. L'ho organizzata un po' come il vecchio "Chissà chi lo sa", con due squadre che si sono sfidate nel soffio della pallina, nelle risposte ai quiz, nella staffetta a salti, negli indovinelli, nella sfida a calciobalilla. Ha vinto la squadra di Mattia che però si è fatta aiutare da alcuni grandi (e anche dal parroco) in alcune risposte come quella sul nome del presidente della Repubblica Napolitano (l'altra squadra ha risposto... Berlusconi) o sull'ultimo scudetto ecc. Grande festa.

venerdì 24 gennaio 2014

L'invalsi e altre domande

Grande giornata (piena) quella di ieri. Mattia ha cominciato con la scuola al mattino, raccogliendo cinque 10 che non ha mancato si far sapere in modo di avere una compensazione tangibile (le figurine dell'album dei calciatori). A scuola mi sa che le maestre (giustamente) stanno facendo le prove generali dell'Invalsi di cui non sapevo nulla ma che credo di aver capito siano delle prove generali e nazionali per verificare una sorta di livello di preparazione nella scuola italiana e si fanno in classi diverse, alle elementari è la seconda e non ricordo se la quinta o la quarta). Prove impegnative e a tempo, a quel che ho capito. Ecco quindi che le maestre in certe prove danno il tempo di soluzione dei compiti dati. Su questo fatto di dare il tempo per la soluzione di una prova sarei contrario, perché sono sempre stato in ansia quando mi davano il tempo per completare una prova, tranne ovviamente il tema di italiano che non capivo perché dovesse richiedere sei ore alla maturità quando in due ore si poteva far tutto. Ma le tre ore di matematica mi sembravano poche perché non mi ci raccapezzavo tranne sui logaritmi che non ho mai capito a cosa servissero ma mi divertivano tra seni (con relative battute) e coseni. Ma una signora mi ha convinto che il tempo è davvero denaro e anche nella sua azienda bisogna arrivarne a una, insomma il mondo dell'industria ti misura e pretende di sposare quantità e qualità, cosa difficile dal principio del mondo. La giornata di Mattia è proseguita con i compiti e il catechismo. Poi l'allenamento di calcio. Oggi si respira, solo scuola e compiti e stasera la presentazione del nostro libro (dedicato a Mattia) ad Ardesio di cui lui ha scritto la risposta alla domanda del titolo: "Ma di che anno è questo sabato?"dicendo, "ma è di gennaio, lo sanno tutti". Tranne i poeti o presunti tali (io).

lunedì 20 gennaio 2014

la caduta

Mattia va a scuola anche se una di queste mattine ha annunciato: "Non so fino a quando andrò a scuola. devo valutare". A valutare intanto sono le maestre per cui alterna voti tipo il felliniano 8 e mezzo, il voto più basso della sua breve storia scolastica a un 10+ che non sapevo esistesse in natura. E incassa le prime ingiustizie come quella di avere un 9 perché non avrebbe risposto esattamente a una domanda su contemporaneità e successione. Vale a dire se l'azione si svolgeva contemporaneamente o si trattava di due azioni successive. La frase era: "Luigi corre, inciampa in un sasso e cade". Lui ha risposto che si trattava di azioni in successione. A quanto dice tutta la classe ha interpretato la frase in quel modo, tutta la classe è stata penalizzata per l'errore. Il brutto della faccenda è che anch'io avrei risposto così, perché il correre precede l'inciampo e la caduta che sono in successione. Diverso sarebbe stato se la frase fosse stata: "Luigi, mentre corre, inciampa e cade" pur restando evidente che prima inciampa e poi cade ma ci sarebbe almeno contemporaneità tra corsa e inciampo. Che ci frega? Il fatto è che Mattia l'ha presa come un giudizio ingiusto e l'ingiustizia non è sopportata dai bambini, che avranno tempo e modo per subirne ben altre, s'intende, e "beato te che al vento non vedesti cadere che gli aquiloni", direbbe Pascoli.

giovedì 9 gennaio 2014

E' di gennaio

Mattia ha avuto un'uscita sorprendente. Avendo preso atto del tormentone sul nostro libro "Ma di che anno è questo sabato" a lui dedicato, ha scritto su un cartellone: "Lo sappiamo già. E' di gennaio". E' tornato a scuola senza voglia, come tutti i ragazzi di cui le mamme raccontano, nei capannelli di attesa, che non ne avevano minimamente voglia. ha fatto i suoi compiti. Va bene in tutto, in inglese non è un fulmine, naviga intorno al 9, mentre in matematica e italiano, storia e geografia (che non ama) va bene. La sua materia preferita è... religione, dice lui, gli piacciono le storie.

domenica 5 gennaio 2014

la befana

Non credo che rimanga traccia leggibile di quanto si scrive in internet. Come dicevo ieri uso i nuovi mezzi ma so che questi caratteri avranno vita più lunga di quelli scritti a penna ma la differenza sarà che mentre quelli a penna li legge qualcuno, questi, una volta scritti, il giorno dopo finiscono in un archivio aleatorio che nessuno avrà mai voglia di consultare.
Comunque sia, per Mattia, riporto anche qui la poesia di Giovanni Pascoli (lo scrivo col nome perché mi è già successo a scuola che un ragazzo, di fronte alla "Via Pascoli" dicesse che si chiamava così perché portava ai prati.

In questi giorni di pioggia, aspettando il sole che in tutta evidenza sorge ancora, una poesia sulla Befana (scritta nel 1897) di diversi livelli di lettura, per bambini e per vecchi (non fosse che nei ricordi di scuola) ma ben più profonda dell’apparenza di una lettura da filastrocca. E’, ovvio, di Giovanni Pascoli, poeta troppo banalizzato. Una Befana stanca e perplessa nella distribuzione dei doni (non suoi), che prende atto dell’ingiustizia umana con le mani al petto in croce come usavano dire a noi bambini perché la notte non cadessimo in tentazione, ma la sua voce è solo il vento e ascolta quello stropiccio di una mamma sorridente nella villa e quell’altra che invece ha solo un sospiro lungo e fioco guardando quei tre zoccoli consunti (chiedete ai nonni e vi racconteranno degli zoccoli). La Befana vede e sente e fugge, scappa, non può farci niente, la sua notte finisce nell’aurora e sulla terra c’è chi piange e c’è chi ride e la Befana “ha nuvoli alla fronte”. Non è a lei che tocca porre rimedio.

LA BEFANA
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca!
la circondaneve,
gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.

Che c’è dentro questa villa?
uno stropiccio leggiero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.




sabato 4 gennaio 2014

4 gennaio

Sono qui in cucina con Mattia, soli soletti che scrivo su questo congegno che mi hanno regalato chiamato i pad o roba simile mentre Mattia sta battendo con la sua squadra ideale, creata da lui stesso, una partita contro una squadra straniera e' in vantaggio 1 a 0 e sta cambiando giocatori che secondo lui sono stanchi. Il suo e' un tablet e ha giocato in anteprima lo scontro di vertice Juve Roma (finita 4 a 2 ai rigori perché' non ammette pareggi). Da martedì ricomincia la scuola, i compiti li ha finiti e ride sulla mia mania della poesia sulla Befana di Pascoli mentre lui ha impattato a memoria una filastrocca (grido trionfale e' sul 3 a 1). La nonna non è per niente d'accordo sull'uso della tecnologia, io non solo mi adatto ma uso tutto quello che mi rende facile scrivere e comunicare. Domani sera ci siamo ripromessi di vedere la partita pur essendo tifosi di squadre diverse (lui tiene all'Inter e al Sassuolo per il quale ha una vera malattia tifoidea).