Nicola ha raccontato a Mattia di aver visto S. Lucia.
Si è svegliatop all’improvviso ed era lì. E com’era, dai racconta. Somigliava
precisa spaccata a mio nonno. Il che ha ingenerato nella classe un vivace
dibattito sulla mirabolante questione del sesso (non quello degli angeli di cui
del resto si è discusso per secoli tra vescovi e cardinali) ma di S. Lucia che,
a dispetto del nome, potrebbe anche essere di genere maschile. A meno che
(sottigliezza investigativa) si sia travestita da nonno di Nicola per non farsi
riconoscere. E’ passata quest’ultima versione anche perché un’altra compagna di
classe ha raccontato di aver visto anche lei S. Lucia ma non in faccia, perché
aveva un foulard nero che gliela copriva, lasciando quindi aperta ogni ipotesi.
E così anche Mattia ha dipinto sul quaderno, con la benevolenza delle maestre,
una S. Lucia con un velo nero in faccia, che non era affatto, nelle intenzioni,
una mano tesa verso le usanze islamiche. L’importante comunque è crederci. Ma
con le fette di salame sugli occhi (S. Lucia capirà). Vada per i bambini ma in
questi mesi, se vi appare una maschera di cera promettendovi ogni sorta di
dono, anche se somigliasse a quel tale, non cascateci. In politica le Sante
Lucie non portano doni, se li tengono, anzi, se vi entrano in casa, quando se
ne sono andate fate l’inventario. E poi: “timeo Danaos et dona ferentes”,
diffido dei Greci (ma voi metteteci chi sapete) anche quando portano doni.
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