lunedì 28 febbraio 2011
Inversione a U
Mattia è in cura. "Purtroppo non posso andare all'asilo, perché la dottoressa Elisa non vuole". Adesso è tutto lui e la dottoressa Elisa, la pediatra, da quando ha fatto l'impresa di aprire la bocca e far vedere la gola, con la dottoressa che dice che la gola va benissimo, sono le orecchie che vanno male. Poi ha detto che "è uno stangone" e Mattia ci ha rimuginato sopra per qualche giorno, fino a quando ha capito che era un complimento (resto del parere che sia alto normalissimo, ma davvero). Alla nonna ha poi detto: "Penso che andrà a stare con il papà. Perché gli uomini con gli uomini sono più rilassati". Testuale. Sta prendendo "le medicine della dottoressa Elisa, che mi guarisce", insomma un'inversione di tendenza a U.
domenica 27 febbraio 2011
ol tacù
Mattia aveva un'otite grossa e dolorosissima, per questo urlava. Adesso antibiotici e speriamo bene. Ma lui si rilassa e si consola con il fatto che sta a casa un'altra volta dall'asilo. naturalmente, nell'era della comunicazione globale, solo quando racconti quello che ti succede scopri che sta succedendo a un sacco di altra gente, è come ci vergognassimo di confidare che i nostri bambini hanno problemi. Che una volta i bambini che la facevano a letto anche già grandicelli venivano esposti al pubblico ludibrio con ol tacù bagnato (fatevi spiegare da qualche anziano cos'era così valorizziamo anche la testimonianza) messo sul balcone ad ammonimento dello stesso che quando si ripresentava a scuola il mattino stesso veniva indicato a dito e cercava così di trattenere la minzione involontaria, col risultato che se la faceva addosso anche di giorno, insomma, no, non era una comunicazione positiva nemmeno quella. Ma adesso ognuno si tiene i suoi problemi per se stesso, come si vergognasse di averne. Capita anche per la crisi, facciamo come nel teatro-cinema di Eduardo De Filippo quando si fingeva di essere via di casa, per non far la figura di non avere i soldi per sparare i botti di capodanno o quando si fingeva di andare al mare e invece si andava dalla zia e si tornava bianchi come quando si era partiti e si inventavano scuse per giustificare il fenomeno dell'abbronzatura mancata... Che c'entra? C'entra che Mattia deve tirarsi fuori da questi virus che la pediatra dice che ormai non tiene dietro, perché scomparso uno ne spunta un altro, sempre inedito. Che mondo!
lunedì 21 febbraio 2011
Ben 10
La pediatra dice che potrebbe andar peggio, che è un disastro, che molti bambini li manda direttamente in ospedale, che a Mattia va ancora bene, un'influenza leggera che però si ripete. Eh, perdinci, nemmeno in tempo di informarlo a che scuola (materna) vada la sua Bellllen (Belen) che il festival finisce, gabbato lo santo, si torna ai cartoni, fortuna che c'è Ben 10 con le sue dieci trasformazioni ironiche in mostri che fanno giustizia. Oggi a casa e naturalmente, febbre alta la sera, e tosse, mal di gambe, anche domani e poi si vedrà. E pensare che ai miei tempi a fare giustizia c'era solo Zorro e di rincalzo Rin Tin Tin...
venerdì 18 febbraio 2011
Bellllen
"Adesso si pone il problema di trovare la tessera giusta". "Adesso si pone il problema di agganciare la chitarra". Oggi Mattia si è posto un'infinità di questi problemi esistenziali, felice comunque di aver passato un'altra settimana all'asilo, abbastanza indenne. Poi non è che secondo me gli freghi più di tanto di ammalarsi. Ha lo zio ammalato in casa ma finora non l'ha contagiato. Da due giorni passiamo, dopo l'asilo, due orette piene tutte per noi due, a contarcela e oggi anche a cantarcela, per via di Sanremo, che da due sere sta su a vedere, non tutto, l'inizio. E purtroppo è ammalato d'amore un'altra volta. Gli piace quella lì, come si chiama?, Bellllen, come dice lui, "Forse è perfino più bella di Alessia", dice (lo è, lo è) e adesso si è messo in testa di invitarla per la prossima festa di compleanno. Non ho idea di quanti anni abbia questa Belen ma ad occhio mi sembra fuori portata, perché quando Mattia arriverà ad avere l'età giusta (per che cosa?) la signorina dovrebbe aver passato abbondantemente i quaranta, no? Boh. fatto sta che mi sono reso disponibile nel caso ad accogliere l'ospite, caso mai il prossimo 31 gennaio, accetti l'invito di Mattia.
lunedì 14 febbraio 2011
pidocchi
Mattia è tornato stamattina all'asilo. Un po' di resistenza, ma nemmeno molta. L'asilo non è molto affollato in questi giorni. Ha portato i soliti messaggi che le maestre consegnano ai bambini per i loro genitori. Uno di questi è una lunga spataffiata sui pidocchi, che all'asilo ci stanno evidentemente di casa, nei capelli di alcuni che però poi contaminano gli altri. ma si vede che i pidocchi sono come le zanzare, scelgono i capelli "dolci" e si vede, per ora, che Mattia non li ha dolci, perché da settimane insiste questo allarme e lui, pur avendo i capelli relativamente lunghi, non ha mai preso i pidocchi. Sorprendentemente questo pomeriggio, a sua madre che cercava di prospettargli un giorno di vacanza a metà settimana, ha risposto "guarda che io all'asilo ci vado volentieri". Il che sarebbe smentito da più giorni e giorni di resistenza, ma i bambini non hanno la nozione del tempo, oggi ha usato il vocabolo "antefatto" riferito però a una cosa successa ieri. Lui assorbe tutto, anche le parolacce, bisognerebbe stare attenti ma poi ci si dimentica, noi pensiamo sempre che i bambini non capiscano, spesso parlo in dialetto, poi scopro che ha capito quello che dicevo. Domani mattina c'è ginnastica. Praticamente un dramma.
sabato 12 febbraio 2011
La bella e la bestia
Non se ne può più. Ieri si parlava delle malattie d'antan e di quelle di oggi che si rinnovano. Mi dicono: tu non la prendi l'influenza perché hai fatto l'Asiatica nel '56 (o era il '57?). E dalli. Poi salta fuori che la Anna, che ha la sua età e ha fatto l'asiatica, si è presa una mega influenza. Non ci sono più le certezze di una volta. Mattia sembra star meglio, ha scatti di nervi, impuntature, reazioni poco controllare, e penso sempre sia il raffreddore cronico che lo rende irritabile. Ieri gli ho dato un buffetto sulla guancia, di quelli che bruciano quando ti sono dati da tuo padre. Offesissimo. Poi ha voluto essere coccolato per un'ora, parlando della "Bella e la Bestia", un cartone che finisce in gloria però e la gloria sarebbe che la Bestia diventa bello, che non è esattamente, a quel che ricordo, la morale della favola, che sta nell'accettare i "diversi" e vedere in loro il lato migliore, brut o bèl, ol cunta ol servèl, brutto o bello conta il cervello ecc. e ho cercato di spiegargli che bisogna andare oltre le apparenze per giudicare, l'identità tra bello e buono non è più valida, mandando a ramengo convinzioni (socratiche) sedimentate anche nel sottoscritto. Poi quel finale da ranocchio e principessa, con la bestia che si trasforma in principe azzurro e la morale della favola si sfilaccia.
giovedì 10 febbraio 2011
complotto
Mattia taglia e cuci, Mattia allegro che vuole pastrugnarmi un po', contatto fisico con suo padre che vede e non vede, sempre occupato. Oggi l'abbiamo portato in redazione, ci ha aiutato a smistare le locandine, quello è un lavoro che gli piace, come tagliare la carta, scrivere e poi naturalmente vedere il suo amato Zorro. La nonna gli ha promesso un mantello vero di panno, con camicia bianca con pizzi, insomma un vero vestito di Zorro (non come quello dell'anno scorso rimediato al centro commerciale all'ultimo momento). Dovremo poi provvedere alla spada e al cappello (e quindi ci toccherà, temo, comprare il blocco zorresco ancora al centro commerciale). Fino a lunedì comunque niente asilo, dove mi dicono che sia scoppiata anche la scarlattina. Cosa manca, il colera? Ma non vorrei fosse un complotto, da questi bambini c'è da aspettarsi di tutto, se noi, al tempo dei tempi, in tre avevamo studiato il piano per farci rimandare a casa nel primo pomeriggio facendola nelle braghe (piano interrotto al terzo giorno, quando ce le hanno date di santa ragione) con la loro capacità di capire al volo le cose possono anche aver diffuso ad arte la voce di un'epidemia o averla addirittura simulata. E' il virus del sospetto del complotto, che è diffuso dagli ambienti politici. Poi uno tira le conseguenze e sospetta di tutto e di tutti, no?
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