mercoledì 9 febbraio 2011

putativo

Mattia non ha la febbre ma ha sempre un fortissimo raffreddore e spero non si trasformi in otite. Stamattina ha detto sconsolato guardando giù in piazza: "Vedo delle jeep arrivare ma non è mai quella del mio papà". E ho pensato all'assenza, alle assenze dei padri, di mio padre lontano tutta settimana da casa, alla mia assenza da lui, lontano tre, quattro, anche un anno intero, tra la mia permanenza a Tavernola dallo zio e poi il seminario e poi assistente in collegio, l'università. Praticamente ho conosciuto veramente mio padre a 23-24 anni, quando sono tornato al paese e ho cominciato a insegnare. Quindi ci sono padri che possono avere figure sostitutive, padri putativi a tutti gli effetti. Siccome fungo già anche da nonno putativo, non vorrei rinunciare al compito e titolo naturale. Tutte scuse. Mattia non mi vede da due giorni. nel pomeriggio mi precipito a coccolarlo, rinunciando all'aureola autoritaria che i padri veri si devono dare per reggere e prima ancora provocare l'urto del conflitto generazionale. Lo rimando a tra qualche anno.

martedì 8 febbraio 2011

papà tachipirina

Mattia è ripiombato nell'influenza e secondo la pediatra è normale. Solo che è peggio della prima ondata, si sente spossato, non riesce nemmeno a stare in piedi. Colpa mia che ieri pomeriggio l'ho fatto giocare a pallone giù in garage. Ma si divertiva e non mi sembrava più ammalato. Non sono un buon conoscitore dei volti umani, sono sì lombrosiano ma non so riconoscere la malattia, solo una vaga tipologia comune ad altre che poi fanno il carattere. E' inutile che facciate dell'ironia, su certe tipologie vi so dire l'indole e qualcosa anche di più. Ma cosa c'entra? Fatto sta che oggi Mattia non sta in piedi, letteralmente, sfinito. Raffreddore tremendo. A sua madre che parlava di tachipirina ha detto: "Non guarisco con la tachipirina, guarisco col mio papà". Ciapela. Solo che oggi era giorno di chiusura del giornale e non sono riuscito a coccolarlo e raccontargli delle storie. Una storia guarisce la mente, se ben fatta e ben raccontata. E' solo un'autoconsolazione.

lunedì 7 febbraio 2011

provvidenza

Mattia si è ripreso. E questa mattina ha pronunciato la sua nuova frase celebre: "Faccio una rima: questa influenza l'ha mandata la provvidenza". Con preciso riferimento al fatto che non va all'asilo, per farlo guarire del tutto. Ma la curiosità è il significato stesso di "provvidenza", prima ancora che del vocabolo usato a proposito, nel giusto significato. Nè io son peraltro un manzoniano che tira quattro paghe per il lesso, come direbbe Carducci, nel senso che Manzoni resta un classico per me, ma non l'ho mai usato, non gli ho mai raccontato la storia del "Promessi Sposi" né comunque avrei parlato della Provvidenza, filo conduttore del romanzo, limitandomi semmai alla storia. ma siccome è una storia ad intreccio debole, non è nemmeno raccontabile, cosa volete che sappia di "promessi sposi" e di un "matrimonio che non s'ha da fare"? E allora dove l'ha sentita? Nemmeno Tea, nemmeno la nonna. Dubito fortemente che le maestre all'asilo parlino della Provvidenza e nemmeno in Tv coi cartoni. Boh. Mi è venuto perfino il dubbio che abbia letto di nascosto tutti "I promessi sposi" da l' l'Historia" fino al finale consolatorio e noioso. Mistero di una rima baciata di un mattino di febbraio.

sabato 5 febbraio 2011

sperom

Mattia non ama le supposte. Mattia non ama le medicine da bere. E però ha un febbrone da cavallo (non ho idea delle febbri che hanno i cavalli) e santa tachipirina è l'unico rimedio. Ieri ho commesso l'errore, prelevandolo dall'asilo di portarlo a fare un giro a piedi fino su da Stelvio, il cane dello zio Mario. Lui ha camminato senza dire niente, ma poi evidentemente l'influenza era incubata ed è esplosa. Il problema è curarlo, perché anche con il febbrone non vuol prendere medicine e bisogna costringerlo a forza. E pensare che oggi pomeriggio volevo fargli prendere finalmente un po' di aria caldina, auspicando l'arrivo della primavera, anche se lui dice che spera torni la neve. L'asilo si conferma il vero incubatore di germi, virus ed epidemie. Non so se davvero serva a produrre anticorpi per la vita. Ormai la vita deve sopportare sempre nuovi attacchi di un mondo malato di suo, che aggira le difese immunitarie. Siamo noi che ci avveleniamo (bella frase fatta). Sperom.

giovedì 3 febbraio 2011

Ah

Ogni lunedì mattino, nella piazzetta sotto l'asilo, in Borgo S. Gregorio, c'è sempre, legato al muro, fuori dalla macelleria, un vitello. Lunedì scorso ho detto che era appunto un vitellino. Mattia è incuriosito (ma non troppo) sulla distinzione tra maschio e femmina, ma non sa che quel vitellino è lì che aspetta di essere macellato. Beh, Mattia, il mattino, ha l'aria di quel vitellino, legato al muro, mentre va al patibolo dell'asilo. Non fa più grandi drammi, cerca diversivi ragionevoli. Come questo, di stamattina: "Ma dimmi tu come faccio a lasciare qui una vecchia da sola. Capisci perché non posso andare all'asilo?". La nonna non deve averla presa bene, ha incassato ma non si sa come. Del resto il termine "vecchio" l'ha usato anche con me, non me la sono presa, d'altra parte è la convenzione che sancisce il fatto, passati i 65 anni si è nella vecchiaia, tra qualche decennio magari sarà spostata più in là, come ai 75 anni fissati dalla Chiesa per le dimissioni dei suoi preti e vescovi... Altre ultime parole famose? "Quando vedo mio papà che viene a prendermi all'asilo provo una gioia assoluta. Ma non solo perché c'è il mio papà, ma perché vuol dire che vado a casa". Ecco, uno fino a metà frase s'illude, poi capisce: ah.

mercoledì 2 febbraio 2011

ancora là

Mattia questa mattina si è rifiutato (cortesemente) di fare gli auguri alla nonna per il suo compleanno "perché non sarebbero spontanei", che è una frase agghiacciante. Che poi lui vuol bene alla nonna con chi passa gran parte del suo tempo. Ma è una questione di principio (di già?), non si estorcono complimenti, o nascono spontanei o niente. Oggi è tornato all'asilo come al solito di malavoglia. L'asilo di mercoledì è deserto, perché la gran parte va al corso di nuoto. A parte che nemmeno a imporglielo sarebbe possibile (sapete che odia l'acqua, anche quella calda), il fatto che è che noi siamo animali di terra, è una forzatura entrare in acqua, condivido con lui questo atteggiamento (appunto, di principio). La settimana scorso una donna che ha saputo che sono stato allevato sul lago è rimasta sorpresa che non avessi la passione del nuoto. Le ho risposto che in quei tempi la natura era una cosa seria e il lago serviva per pescarci e non per farci il bagno. Mattia ha questa filosofia incorporata (per comodità). E così non va al corso di nuoto e ha l'asilo, di mattina, che gli sta largo. Ma domani mattina metterà ancora un muso lungo, per dover tornare ancora là.

martedì 1 febbraio 2011

festaiolo


Due giornate di festa, domenica 30 e lunedì 31, con propaggine anche al 1 febbraio. Mattia è stato festeggiato per il suo 5° compleanno. Partenza con la luna ed esclusione virtuale di alcuni invitati (poi accettati di buon grado, visto che gli hanno portato i regali), ancora ignaro della cautela del "timeo Danaos et dona ferentes", non mi fido dei Danai (gli Achei dell'Iliade) anche quando ti portano regali. Quindi sono tutti i benvenuti. Mattia si aggirava tra gli ospiti come padrone di casa, poi si è stufato e si è un po' defilato. Il giorno dopo, lunedì 31 era il giorno vero del suo compleanno. L'ha passato in gran parte all'asilo dove è stato festeggiato secondo l'usanza, con una corona bellissima che ha portato con orgoglio a casa, dove ha trovato altri regali e altri ancora stamattina e lui che commenta: "Ma non dire che ho già fatto il compleanno, così mi portano altri regali e io gli regalo una fetta di torta". Un festaiolo.